venerdì 29 gennaio 2016 - Luca Tedesco

Che il fascista si comporti secondo natura

Per gli antifascisti, i fascisti non costituiscono un problema quando si comportano da bravi fascisti, cioè quando esibiscono manganello e olio di ricino. Anzi, il fascista picchiatore è per loro un balsamo, un elisir di lunga vita.

Senza questo tipo umano, infatti, il presepe ideologico antifascista in cui ogni personaggio deve conservarsi immutabile nel corso del tempo si dissolverebbe e gli antifascisti perderebbero la loro ragion d’essere.

Ciò che li terrorizza, allora, è proprio il fascista che per un giorno depone le armi preferendo a queste la parola, perché questo fascista che non fa il suo dovere fino in fondo, vale a dire che non spacca quotidianamente crani, è pericoloso per l’antifascista in servizio permanente effettivo, perché rischia di mostrare all’opinione pubblica la sua inutilità.

A questo ho pensato leggendo la levata di scudi con cui è stata accolta l’accettazione da parte del senatore Mario Mauro dell’invito a partecipare al convegno Siria: la guerra al terrore, promosso da movimenti italiani e del resto d’Europa d’ultradestra e tenutosi a Milano il 24 gennaio scorso (http://goo.gl/M39AdB).

Grazie a questo appuntamento, infatti, il Comitato Permanente Antifascista contro il terrorismo per la difesa dell’ordine repubblicano ha potuto dare manifestazione tangibile della propria esistenza chiamando, metaforicamente, alle armi a difesa della Costituzione e del Giorno della Memoria, difesa che avrebbe dovuto indurre le istituzioni a impedire «questo ulteriore gravissimo oltraggio a Milano, città Medaglia d’Oro della Resistenza» (http://goo.gl/hqxKgK).




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