Persio Flacco (---.---.---.89) 22 novembre 2018 21:11

In Italia processi durano troppo, è vero, ma il motivo è che in Italia il processo, dal rinvio a giudizio alla sentenza definitiva, passa attraverso TRE gradi di giudizio: primo grado, Appello, Cassazione. Almeno è così per chi ha soldi sufficienti a pagarsi un collegio difensivo per circa 9-12 anni. Gli altri, quelli che i soldi non li hanno, devono contentarsi del primo grado o del patteggiamento.

E’ del tutto evidente che se al condannato in primo grado è concesso di sospendere gli effetti della sentenza presentando appello SENZA MOTIVAZIONE, l’iter giudiziario diventa tre volte più lungo e la macchina giudiziaria deve impegnare il triplo delle risorse per giungere alla sentenza definitiva. 

Grazie a questo meccanismo infernale molti iter processuali importanti per la sensibilità dell’opinione pubblica, e dunque per il prestigio della Magistratura e per la fiducia nella Giustizia, sono evaporati grazie alla prescrizione.

E’ evidente che in queste condizioni la macchina giudiziaria è in affanno, che i cittadini non si fidano più della Magistratura, che si è costretti ad artifici di vario genere per abbreviare l’iter che forzano la logica giudiziaria. Depenalizzazioni, sconti di pena, pene alternative, prescrizione.

La soluzione sarebbe semplice: la sentenza di Primo Grado deve essere considerata definitiva ed immediatamente esecutiva. Il condannato o il PM possono impugnarla solo per FONDATI MOTIVI, che vanno valutati da un giudice terzo.

Con le risorse che verrebbero liberate l’iter processuale diventerebbe molto più spedito, più accurato, meno costoso, più giusto.

Altrimenti possiamo continuare a prenderci in giro.


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