B (---.---.---.111) 9 maggio 2019 23:49

@paolo Nessuno ha negato che l’unica lingua "nazionale" in Italia sia l’Italiano. Semplicemente non è l’unica lingua. Punto.

Non è questione di essere ’lumbard’ (come io non sono) o ’padani’ (intende il formaggio grana?), è questione di Diritti Umani. Sì, Diritti Umani. La CEDU del Council of Europe (che, puntualizzo, è istituzione totalmente diversa dall’UE) indica infatti i diritti linguistici tra quelli fondamentali dell’uomo.

Non si tratta quindi di trasformare "l’Italia in una Babele", perché queste "lingue regionali" già esistono, si tratta solo di prenderne atto. La qual cosa NON inficia il ruolo dell’Italiano come ’Lingua franca’ e nazionale comune ma solo la sua presunta (e linguisticamente infondata) "sacralità" e superiorità rispetto ai ’dialetti’. E consentirebbe di rispettare dei diritti delle persone. Diritti irrinunciabili, al pari del diritto alla libertà o all’opinione.

Salvo non mi si dica che: 1) Le lingue regionali in sono dialetti (varianti locali) del Toscano, pardon, Italiano o che "Lo sono diventati col tempo" (eh?); 2) Dei Diritti Umani non importa a nessuno se vanno contro il "superiore interesse della Nazione" (chi era che affermava questa cosa? Un Tizio coi baffetti...?) 3) L’UNESCO ha sì riconosciuto questi "sistemi linguistici" come lingue a tutti gli effetti, ma che della sua opinione "Noi ce ne freghiamo" (Anche questo mi ricorda qualcuno... stavolta un pelato col cappello nero... mah...) e che ha torto. Tranne quando indica che in Italia "è situato il cinquanta per cento dei beni artistici e culturali al mondo". Allora l’opinione dell’UNESCO va bene.

Pertanto si tratta di accettare la realtà, a dispetto di legaioli, fascistini e nazionalisti dell’ultima ora. Le lingue regionali esistono, sono pari all’italiano, all’inglese, al bretone, al catalano, allo spagnolo (etc...) salvo per quanto riguarda la diffusione. Se poi si vuol continuare a non accettarlo va bene: un tempo non si accettava che la terra fosse un geoide, quindi posso capire i dubbi in proposito. Però non mi si riproponga lo schema "Italiano lingua superiore e unica" e "Dialetti - culturalmente importanti, storici, ma- da rozzi ed ignoranti". Chi ragiona così è semplicemente un glottofobo, più o meno consapevole.

Detto questo la saluto. Senza speranze di averla convinta, buona continuazione.

P.S.: quando deve criticare una cosa (come l’autonomia), estremizzare le conseguenze e criticare il risultato è fallace, non solo dal punto di vista logico (dall’autonomia delle Regioni -secondo Costituzione- alla secessione di condomini? Quale sarebbe la correlazione tra i due? Che viaggi mentali occorre fare per giungere dall’uno all’altro?) ma anche dal mero punto di vista razionale.

Sarebbe come dire (nel 1946): "Dare diritto di voto alle donne? Per poi arrivare alla dittatura femminista?".

Giudichi lei se è il caso di fare una simile operazione mentale. Saluti di nuovo.


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