pv21 (---.---.---.247) 10 agosto 2018 18:50

Sproloqui >

Nel dibattito in corso sui vaccini e sulla possibile esclusione da asili nido e scuole dell’infanzia si ascoltano, da autorevoli esponenti politici (Ministri e non), delle citazioni/interpretazioni giuridiche a dir poco discutibili oltre che infondate.

In particolare sul concetto di diritto.


A cominciare dal “diritto allo studio” che verrebbe “negato” vietando l’accesso ai nidi e alle scuole dell’infanzia. Quando, in realtà, concerne quel diritto di singoli soggetti capaci e meritevoli di poter raggiungere (tramite borse, concorsi, provvidenze) i gradi più alti degli studi anche se privi di sufficienti mezzi economici.


E ancora.

Per la Repubblica (Costituzione Art 32) la “tutela della salute” è tanto un fondamentale diritto individuale, quanto un essenziale interesse dell’intera collettività.

Tant’è che nessuno può essere “obbligato” a un determinato trattamento sanitario. TUTTAVIA è sancito che non deve costituire in alcun modo (e per nessun motivo) una potenziale fonte di contagio per chiunque abbia con lui dei rapporti ravvicinati.

In pratica, l’interesse della salute collettiva non può non prevalere su quella libertà di scelta (convinzione) pur attribuita ad un singolo soggetto.


Sintesi.

TUTTI gli obblighi legislativi sono da rispettare a meno di comprovate controindicazioni e/o oggettive cause ostative (discriminanti).

Disquisire sulle ragioni politiche di una gestione articolata e flessibile rischia di sfociare nello “sproloquio”.

Chiaro e definito è il rapporto tra Autodeterminazione e “collettività” ...


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