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Il PD così acciaccato, salvo qualche ineludibile “ritocco” non è in condizione di superare la matrice e la logica oligarchica (ad excludendum) dettate dalla gestione di M RENZI. Ne sono ostinati testimoni personaggi come Fiano, Orfini, Rosato, … che insistono con lo stereotipo comunicazionale di sempre.
In questa fase non servono congressi e/o primarie, bensì una conferenza molto “allargata” che abbia lo scopo precipuo di recuperare, rielaborata, l’identità, i principi e i valori di un’autentica forza politica di centro-sinistra attenta ai bisogni presenti e alle aspettative future delle varie categorie meno agiate. Ovvero.
SERVE una chiara focalizzazione di un progetto socio-economico in linea con i “fondamentali” della Costituzione. E saranno i proseliti dell’ala neo-democristiana a decidere se farne parte.
SERVE poi una struttura organizzativa che favorisca e implementi quel canale biunivoco (tra base e vertice) essenziale per la comunicazione ed il ricambio generazionale.
Da evidenziare.
Al di là di qualche prevedibile defezione e di qualche forzoso “compromesso” l’importante è che le componenti della forza politica così “rinata” condividano appieno una piattaforma programmatica basata sul cosa, come e quando fare.
Oltre alla ferma convinzione e tenacia necessarie per avviare e coordinare il relativo processo di radicamento territoriale.
In vista dei susseguenti appuntamenti plenari (assemblee, congressi, primarie) nulla vieta la temporanea adozione di organi “collettivi” atti ad indirizzare l’incipiente attività parlamentare.
A cominciare dal nostro Debito non pochi sono i problemi da superare di quella Crisi – Atto Secondo pendente …
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