GeriSteve (---.---.---.57) 27 aprile 2017 18:16

leggo:
"I criteri .." sono il pluralismo e l’indipendenza dei media"

e qui, almeno per l’Italia, sta il punto delicato: fra i giornali stampati ci sono soltanto due che -forse- sono indipendenti (Manifesto e Fatto). Il caso de L’Unità è esemplare: ufficialmente è un giornale in perdita, ma gli imprenditori se lo contendono perchè la sua proprietà comporta facilitazioni nell’ottenere appalti pubblici.

Un altro caso: cè una gran pluralità di giornali che però sono riconducibili ad un solo imprenditore: Berlusconi. E anche quando sono riconducibili ad imprenditori diversi esiste lo scambio di favori per cui nessuno scrive male dell’altro. Sappiamo bene che ci sono problemi come l’attendibilità dei bilanci, del debito pubblico ecc. di cui nessuno parla o scrive. I giornalisti che non si autocensurano si ritrovano a spasso, anzi: ormai quasi tutti i giornalisti sono a chiamata e a cottimo. Sono fatti ben noti, ma mi sembra che sia difficilissimo e opinabilissimo quantificarli, per cui non capisco dove sia l’affidabilità di una classifica.

GeriSteve


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