Postilla >
Neutralizzare ed estirpare un virus altamente “patogeno” è operazione tutt’altro che semplice. PL BERSANI (+ altri) aveva capito di dover lasciare la “ditta” fin dal referendum di dicembre.
Già allora, mentre M RENZI, nonostante la batosta subita, s’affrettava ad intestarsi il 41% di SI raccolti (come europee 2014), Bersani ribadiva la necessità di una “inversione a U” sull’idea che il centrosinistra si riassumesse nel PD e che il PD “si riassume nel capo”. Fino a intimare “prima il paese, poi il partito, poi le esigenze di ciascuno”.
In altri termini.
Se è vero che di “errori” ne sono stati fatti più di uno, dover uscire dal PD per Bersani è stato un vero “calvario”, una dura lotta di “vocazione contro coscienza”.
Non solo.
Per cogliere quanta differenza-distanza politica c’è tra i due basta rileggere gli 8 punti, presentati da BERSANI alla Direzione Nazionale PD l’8 marzo 2013, per “un governo di cambiamento”.
Viceversa. Saltare di palo in frasca giova a alimentare il Consenso Surrogato di chi è sensibile alla fascinazione …
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