Persio Flacco (---.---.---.195) 7 dicembre 2016 11:20
La Siria è un Paese sovrano, membro dell’ONU dal 1945, con un governo legittimo ai sensi del diritto internazionale.
Dal marzo 2011 la Siria è preda di un sanguinoso conflitto interno che vede opposte da una parte le forze governative e dall’altra varie fazioni armate di ribelli.
In sei anni questo conflitto ha generato centinaia di migliaia di vittime, milioni di profughi, enormi distruzioni materiali, lacerazione della coesione sociale.
Le organizzazioni che si occupano di diritti umani non possono non rilevare che la causa di gran lunga più rilevante delle sofferenze della popolazione civile siriana è il conflitto in sé. 
Coerentemente dovrebbero desiderare che il conflitto cessi al più presto, che vengano deposte le armi, che i contrasti vengano risolti in modo pacifico per via politica e possibilmente democratica.
E poiché la Siria ha un governo legittimo e ogni Paese ha diritto a mantenere la sua integrità, ciò che una organizzazione umanitaria dovrebbe desiderare è che le forze ribelli depongano le armi, che le forze governative si astengano dal colpire chi le ha deposte, che si avvii un processo di riconciliazione nazionale che ponga fine al conflitto, salvaguardi l’integrità territoriale del Paese, torni ad offrire alla popolazione civile siriana un contesto pacifico nel quale possa tornare a vivere in sicurezza.
E invece no, ora che gli irriducibili ribelli armati, ai quali peraltro è stata offerta l’incolumità in cambio della resa, stanno per essere debellati da Aleppo, 224 organizzazioni umanitarie chiedono che l’Assemblea delle Nazioni Unite si pronunci per chiedere alle forze governative che si astengano dal continuare la loro azione.
C’è una evidente contraddizione logica in questo: le sofferenze della popolazione civile siriana non possono cessare se il conflitto armato non cessa, se le forze ribelli non depongono le armi e, conseguentemente, se le forze governative non cessano di combatterle. Ma non è questo che chiedono le 224 organizzazioni che hanno sottoscritto la richiesta all’ONU: chiedono che solo le forze governative cessino di combattere le forze armate ribelli. In sostanza chiedono che si impedisca il venir meno delle ragioni del conflitto che, ripetiamolo, è la causa di gran lunga più rilevante delle sofferenze della popolazione civile, delle violazioni dei diritti umani perpetrate a suo danno, dello sterminio del quale è vittima.
E’ quindi legittimo chiedersi se queste 224 organizzazioni umanitarie siano interessate davvero alla tutela dei diritti umani, se siano neutrali rispetto alle parti in lotta, come dovrebbero, oppure se esse stesse sono parte in causa nel conflitto. Nel qual caso perderebbero tutta la loro credibilità quali organizzazioni umanitarie.

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