pv21 (---.---.---.44) 30 novembre 2016 12:00

TOCCASANA >

Più che una modifica della Costituzione sembra in ballo un atteso ed insperato “rimedio” agli intoppi e alle storture del vivere quotidiano. Ancora pochi giorni per pregustare i mirabolanti effetti attribuiti al votare Si al referendum.


Quell’UNICA e irripetibile “occasione” per dare il via a una “nuova stagione” tutta votata all’insegna del semplice, facile e veloce.

Saprà lanciare il futuro di un paese non più “nelle mani” di una burocrazia che rende tutto tortuoso e complicato.

Ed insieme verranno superati i problemi di ogni genere e grado. Quelli con il Comune o con la Banca, quelli di lavoro o di casa, quelli con il vicino o con l’idraulico, ecc. ecc..


Come resistere a un tale toccasana?

Quando votare No significa invece lasciare tutto come adesso. Quando votare No significa rinunciare a un mondo “migliore”. Peccato che votare Si è solo varcare la linea di partenza di un lungo, lungo percorso a tappe, tutto da tracciare e sostanziare.


MA intanto resta fin troppo facile elencare le molte cose che oggi non vanno, specie a valle di anni di crisi. Così come usare limiti, difetti e rinunce di una realtà ben nota e provata per “favoleggiare” sul fascino di una terra promessa.

Qui la spinta a scegliere di: “cambiare”.


Il punto.

OGGETTO del referendum è se modificare il dettato Costituzionale.

Per un sistema “democratico” non sono un toccasana la governabilità e la stabilità frutto della “supremazia” decisionale di una verticistica, oligarchica “cerchia” di accoliti.

Meglio diffidare di chi mistifica anche il valore di Parola e Merito


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