(---.---.---.28) 8 gennaio 2015 17:27

No, io mi scandalizzo se qualcuno parla a nome della gggente, non lo trovo normale, proprio per niente, anche perché è nascondendosi dietro alla gggente che la storia ha visto avvenire le più grandi porcate.

Pretendere di interpretare gli umori della gggente, senza alcuna verifica della veridicità della cosa, è il modo migliore per manipolare le masse, è la ggggente che lo vuole. Lo fanno tutti, da Berlusconi che ha inaugurato la democrazia dei sondaggi (nostre fonti dicono che le casalinghe di voghera sarebbero contente se il governo...), ha usato questo arteficio retorico la Lega che ha cavalacato ma anche creato o esasperato una certa intolleranza di risulta; lo fanno nei sindacati quando parlano a nome dei lavoratori non interpellati, lo fa Renzi quando afferma che qualsiasi cosa faccia lo fa per il bene della nazione perché è l’uomo della provvidenza, dopo di lui il diluvio e questa l’ultima possibilità che abbiamo per... (e se è davvero l’ultima stiamo messi proprio bene, eh)...

A lei sta bene questo modo di forzare il consenso, ripetuto continuamente dai media proprio per convincere i dissenzienti e formare percezioni illusiorie nella popolazione? A me no. Non lo trovo normale, per niente, e non mi ci voglio abituare. Mi stupisce che lei che appoggia il M5S (uno vale uno) accetti questo stato di cose, perché in un mondo in cui uno vale uno ognuno dice la propria opinione e basta. Poi può essere genialata o una stupidaggine, ma dice la sua e basta e quello che dice vale per uno.

La polemica sulla frase di Giarrusso è strumentale e stucchevole, perché Giarrusso non ha detto niente di diverso da quello che si sentirebbe dire in un qualsiasi bar dello sport. Il problema è che Giarrusso non è un pinco pallino ma un rappresentante delle istituzioni e dovrebbe calibrare in modo più opportuno il linguaggio, perché si può fare politica anche senza scadere nel becero. E’ pagato per risolvere i problemi, non per agire come l’uomo qualunque, ha il dovere di agire nella composizione dei conflitti e non acuirli, perché non è nel ruolo di contrapposizione alle istituzioni, ne fa parte.

Inveire contro tizio o caio è scorretto a priori, ma può essere "comprensibile" (non giustificabile) nel caso dell’uomo della strada, che parla a titolo personale e non si confonde nella massa, e sfoga una lecita frustrazione dovuta all’impossibilità di contare per cambiare le cose. Chi invece è ai posti di comando ha il dovere di parlare con la testa e non con la pancia, di risolvere e non agitare, perché é PAGATO per risolvere e non per lamentarsi come l’uomo qualunque.

Avrei stimato di più Giarrusso se avesse affermato: ho detto una cavolata, mi sono fatto prendere dalla foga. Ai politici capita continuamente di darsi contro e affermare cose che ai comuni cittadini non sono consentite, è il motivo per cui godono dell’immunità parlamentare. Pare che qualsiasi invettiva partoriscano si chiami attività politica per cui hanno diritto a trattamenti di favore rispetto al comune cittadino. Ma proprio per questo, proprio perché non pagano neanche le conseguenze delle proprie frasi (discorso generale, non mi riferisco a Giarrusso in senso stretto), non ci starebbe male un "ho detto una cavolata, scusatemi". Oppure assumersi la paternità di un pensiero proprio, senza scaricarlo su altri che non hanno colpe se non quelle di esistere.

La gente incavolata impiccherà Renzi? Io no, lei Gottardo?
Io non ho stima di Renzi e sono incavolato, ma non sono un assassino che fa esecuzioni sommarie. Quello che ha affermato Giarrusso è offensivo, per la gente comune, quella che le leggi le rispetta e le difende.


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