(---.---.---.80) 20 dicembre 2014 19:59

Mezzo passo >


Il Piano Juncker con la dotazione di 21 miliardi “garantiti” dall’UE intende avviare investimenti strategici per 315 miliardi in 3 anni.

I singoli Stati e, soprattutto, i privati saranno quindi chiamati a sborsare la cospicua differenza.

Il processo esecutivo scatterà non prima di giugno 2015, dopo che il Consiglio Europeo avrà approvato il progetto di dettaglio stilato dalla Commissione UE.

Ancora.

Il volume dei contributi devoluti dagli Stati partecipanti dovrà risultare in linea con gli specifici parametri di flessibilità delineati per la presente operazione.

Saranno di fatto i privati ad accollarsi, in larga parte, il rischio di ingenti investimenti basati su un moltiplicatore pari a 15 volte la quota finanziaria “garantita”.

Ne consegue che il contenuto, la consistenza e la fattibilità del Piano Juncker dipenderanno sia dai conseguibili tassi di crescita dei diversi mercati nazionali, sia dall’entità del contributo erogabile dai singoli Stati.


Si tratta di una partita ancora tutta da giocare.

Primo.

Con i suddetti presupposti è azzardato ipotizzare che i relativi margini di “agibilità” vengano estesi e sommati alla flessibilità già accordata per il riequilibrio dei nostri conti pubblici.

Secondo.

Il piano “approvato” sarà un concreto riscontro del livello di coesione e di condivisione raggiunto dalla politica Comunitaria.


Ergo. Per ora di compiuto c’è solo un mezzo passo.

Sempre meglio esercitare cautela che venir Travolti dalle Informazioni


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