(---.---.---.131) 8 giugno 2014 19:37

Abbagli >

Magistrati e corpi speciali che da anni contrastano le organizzazioni malavitose hanno l’esperienza e gli strumenti per disvelare ogni fattispecie di reato criminale. Quindi, se incaricati, ogni forma di corruzione.

Quello che però serve è il riordino, in modo organico, della copiosa produzione legislativa in materia di opere pubbliche, oltre che delle norme attuative e “integrative”. Serve altresì rendere veramente eccezionale (quasi impraticabile) il ricorso a regimi “in deroga”. Così come occorre disciplinare e dettagliare il reato di corruzione in atto pubblico, ivi comprese le relative pene (anche accessorie).

In tale contesto non è affatto chiaro il ruolo della istituenda Autorità nazionale Anticorruzione. In pratica si connota come un’ulteriore struttura che evoca l’immagine di “super-commissario” governativo, con poteri ad hoc. Scelta di pronta “esecutività”, ma orientata in senso contrario all’auspicata e promessa “semplificazione” burocratica. A cominciare dall’inutile moltiplicazione di "controllori" designati a vari livelli.

Per contro. Una volta realizzata la succitata revisione dell’intero pacchetto normativo sarebbe sufficiente un mero Ufficio di coordinamento e di gestione unificata delle grandi opere ancora eccezionalmente “commissariate”.

Sintesi. Una cosa è lanciare un percorso che è tutto in divenire. Altra cosa è “sfoderare” provvedimenti ad impatto immediato. Cambiare non è “abbagliare” il Consenso Surrogato di chi è sensibile alla fascinazione ...


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