(---.---.---.160) 23 aprile 2014 19:45

Per Paolo:

> [il popolo,] i cittadini, devono ... smetterla di inseguire il primo fasullo di turno

Per me i fasulli di turno si chiamano Berlusconi, Monti, Bersani, Letta, Renzi. Con una nota di merito per Bersani perché tutto sommato mi sta simpatico, anche se non ha abbastanza palle. Agli atti concreti i grillini nelle sedi opportune hanno sempre fatto quello che avevano promesso. Lo faranno anche questa volta. Non è gente che racconta palle. Se Renzi mi dice che "nell’Euro ci dobbiamo stare" io faccio 2+2 e penso esattamente l’opposto. Non fa altro che prendere per il culo la gente - lui sì. Paolo, quando avrai una proposta migliore dei grillini cambierò idea.

Per Enzo:

L’inconsistenza dei grillini va dimostrata, non basta dire che sono inconsistenti per avere ragione. Quello che tu chiami "disco rotto" sono sempre gli stessi discorsi, ma quali altri se ne possono fare? Per esempio la storia degli F35: è da più di un anno che i grillini predicano che è una voce di spesa sbagliata. Ma il PD se ne sta accorgendo solo ora, perché ha bisogno di soldi per la campagna elettorale (occorre regalare 80 euro a 10 milioni di italiani!). Potrei continuare, ma credo di aver reso l’idea.

Sulla svalutazione, ti do’ ragione solo in parte. Una moneta più pregiata permette di pagare meno le materie prime e l’energia, ma ti rende meno competitivo sul mercato internazionale. E, agli acquirenti esteri, devi addebitare il costo di tasse-servizi-burocrazia in moneta PREGIATA. Una moneta svalutata ti fa pagare di più le materie prime, ma ai clienti esteri addebiti MENO. 

Faccio un esempio - supponiamo una ditta che produce qualche cosa che vende a 100 euro, con questo riparto dei costi: 20 euro materie prime (dall’estero), 50 euro costi di personale e servizi. L’utile è di 30 euro, di cui 20 se ne vanno poi in tasse. Rimangono 10 euro di guadagno.

Con una svalutazione del 10% il costo delle materie prime diventerebbe diciamo 23 euro. Il prezzo di vendita sarebbe di 103 euro, e all’estero sarebbe comunque più competitivo di prima (verrebbe percepito come 92-93 euro). Lo Stato incasserebbe più soldi e potrebbe ridurre le tasse, il che porterebbe a una riduzione dei costi per famiglie e imprese. Inoltre, i prodotti esteri (arance, automobili, tutto) costerebbero un po’ di più rispetto a quelli italiani, quindi quelli italiani comincerebbero a vendere un po’ di più anche nel mercato interno. Aprire fabbriche in Italia converrebbe più di adesso (quasi il 10%), specialmente se la destinazione della produzione fosse proprio l’Italia (che è un mercato mica da ridere). Le tasse sono troppo alte, e sono alte perché c’è poco PIL, e c’è poco PIL perché non si riesce a vendere... va beh. Ho fatto uno degli esempi possibili, chiaramente ci sono situazioni diverse, ma una boccata d’ossigeno rimetterebbe in moto la ruota che è quasi bloccata - siamo vicini al punto di non ritorno.

Leggi questo articolo del ’92: http://ricerca.repubblica.it/repubb...

Sambrano i discorsi di oggi: stabilità del cambio, inflazione, interessi alti... ci siamo già passati. La Germania stava male ma è bastato azzeccare il cambio marco/euro e lira/euro: ora stanno bene loro e stiamo male noi. Ma dobbiamo ripetere sempre gli stessi errori? Devo vedere i supermercati pieni di prodotti tedeschi che costano meno dei nostri? Ce l’hanno messa in quel posto, per ora. Quando il nostro sistema produttivo sarà distrutto non potremo più fare niente, ma per ora non siamo ancora finiti - se ci diamo una mossa. Ma bisogna muoversi, non subire supinamente.

Ciao,

Gottardo


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