(---.---.---.25) 16 gennaio 2014 17:18

Un tempo i governanti di allora dicevano che il popolo non sapeva né leggere e né scrivere, il popolo era ignorante, il popolo non capiva nulla per cui le conclusioni dell’Aristocrazia erano che non si poteva dare il diritto di voto alla plebe.

Adesso si può sostenere in diversa misura l’universalità della comprensione, della capacità di leggere e scrivere, della comprensione di un testo solo lievemente complesso, delle capacità informatiche, della comprensione delle leggi, pena la non democraticità del voto.

Mi chiedo e le chiedo: se una persona, una sola, è raggirabile in qualsiasi modo, per esempio perché non ha strumenti culturali per difendersi o economici per difendersi (voto di scambio) allora le elezioni sono da dichiarare nulle?

Se una sola persona non è in grado di comprendere:

«21 laureati su cento non riescono ad andare oltre il livello elementare di decifrazione di una pagina scritta»

http://www.uaar.it/news/2008/02/06/...

allora invalidiamo le elezioni perché è quantomeno raggirabile dal politico che si vuole fare eleggere?

Se c’è almeno un povero allora annulliamo le elezioni perché i poveri sono soggetti al voto di scambio (ti da 50 euro e tu mi voti)?

Quanti italiani non sono minimamente interessati a comprendere il mondo che li circonda per tantissime ragioni, ovviamente il loro voto sarà uno specchio della loro ignoranza: ma chi può decidere quel che è giusto o sbagliato per loro? Certo non io ne altri.

Io trovo che chi ha mezzi culturali, di tempo, di impegno, di comprensione e soprattutto volontà di impegnarsi, sia giusto che venga ascoltato e che non lo si penalizzi per rincorrere una assurda democraticità del voto.

Democraticità del voto che è assurdo che debba coinvolgere chi non è interessato, non ha strumenti, non vuole o non può, a scapito di chi può e vuole. Chi vuole impegnarsi in una nuova frontiera della democrazia come quella diretta, non può essere bloccato con la scusa che c’è chi non può affrontare questa nuova sfida.

Comunque forse il suo e mio punto di vista si possono riassumere in un unico concetto: quorum o non quorum. Lei è per il quorum, io per l’assenza di quorum come in Svizzera. Comunque grazie anche a lei per la interessante discussione che mi rendo conto sia motivo di confronto.


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