(---.---.---.244) 19 marzo 2013 00:28

Ex cattedra >

Per 9 mesi i Marò Girone e Latorre hanno coltivato la speranza di tornare in patria.
Da quasi tre mesi Monti si occupa del “disbrigo degli affari correnti”.

Con la formalizzazione delle sue dimissioni ha coinciso il primo permesso concesso ai due Marò. Una decina di giorni da trascorrere In Italia per le feste natalizie. Tutto va come da accordi.
A febbraio, per le elezioni, arriva un nuovo permesso con scadenza 22 marzo.
Una settimana fa la svolta.
Il governo Indiano viene informato che i Marò non torneranno più indietro.
Di conseguenza al nostro Ambasciatore Mancini viene intimato di non lasciare il territorio indiano. In pratica si ritrova “trattenuto” a garanzia di quegli impegni personalmente assunti in nome del nostro governo ed ora disattesi.
Sulla vicenda, già intricata, si è quindi venuta ad innestare una controversia diplomatica di difficile soluzione.

Doverosa una riflessione.
Questa improvvisa decisione di Monti ha innegabili risvolti “politici” che complicano ulteriormente i reciproci rapporti e fanno paventare pesanti implicazioni economiche.
Trattasi di una iniziativa assunta, senza motivi d’urgenza, quattro giorni prima dell’insediamento del nuovo Parlamento.
Una diatriba “aggiuntiva” che verrà ereditata dal prossimo governo.
Proposizioni “forbite” traboccano anche da un Dossier Arroganza


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito