(---.---.---.230) 19 aprile 2012 13:35

Concordo in parte con la critica al film nel senso che il limite del progetto di Vicari sta forse essenzialmente nel tentativo (comunque difficile e di questo bisogna dargliene atto) di manterere il racconto nei limiti della cronaca giudiziaria da un lato e dall’altro accennare una tesi indimostrata, ovvero quella dell’esistenza di una regia politica che agì sulle Istituzioni con lo scopo di punire il movimento no global anti G8. Forse si poteva analizzare meglio il meccanismo della linea di comando e i personaggi che determinarono certe decisioni folli. Certo non siamo ai livelli del cinema impegnato di Petri o Rosi, mancano le espressioni uniche di G.M. Volontè, ma credo che nel panorama limitato del cinema di denuncia italiano degli ultimi 15-20 anni il film Diaz possa segnare un punto positivo, se non altro per aver rilanciato un genere che pareva essere stato definitivamente relegato in un angolo soffocato dalla commedia e dal comico demenziale. Un pò di merito credo vada anche all’intuito di Procacci, per aver creduto nel progetto e per aver osato realizzare un film abbastanza scomodo dato che le ferite di quegli eventi bruciano ancora e reclamano la punizione dei responsabili (che mai ci sarà). Ci vorrebbero altri dieci film come questo per raccontare a dovere quel periodo caldo che precedette il G8 e il dopo, fino all’evento che di lì pochi mesi avrebbe segnato il cambiamento di un’era, l’11settembre 2011.


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