Luca Troiano (---.---.---.253) 27 agosto 2011 12:05

Guarda Paolo, seguo le tue opinioni con interesse perché ti reputo una persona obiettiva, ma stavolta dissento in pieno.

Il problema della politica italiana (e questa è la peggiore eredità lasciataci dal berlusconismo) è che oggi i partiti non sono più espressione di ideologie e visioni ma solo dei loro leader; in campagna elettorale nessuno parla più di programmi ma solo di alleanze.
Da questo punto di vista, che differenza fa scegliere Di Pietro, Bossi, Casini, o magari Rutelli o qualunque altro pappone che va in tv a proclamare di essere l’unico a conoscere la via maestra che ci condurrà alla luce?
La politica italiana tornerà ad essere credibile quando smetteremo di venerare questo o quel leader ma restituiremo la centralità dell’attenzione alla GENTE. 
Di Pietro ha gioco facile nell’andare in tv a sbraitare contro Silvio o contro la Lega, ma quello siamo capaci di farlo tutti. L’assenza dell’estrema sinistra dal Parlamento gli ha consentito di occupare il vuoto lasciato dall’antiberlusconimo più radicale. Ma proposte non ne ha e non saprebbe neppure farne. Io ho frequentato l’IDV per un breve periodo, vista la partecipazione di un mio caro amico, e quel poco che ho visto non mi è piaciuto granché. L’Idv è un partito personalistico, dove c’è solo il buon Tonino. Non ha posizioni su nulla, per cui non vedo quale alternativa potrebbe rappresentare. Ad esempio, se chiedi ai giovani militanti come si pone l’Idv sul tema delle droghe leggere, per dirne una, loro stessi ammettono che il partito non ha una posizione in proposito. Se non c’è un programma comune, potrà mai esserci un rilancio?
Oltretutto Di Pietro è lo stesso che ha ricevuto 40 milioni di rimborsi elettorali a fronte di una spesa quattro volte inferiore... soldi poi confluiti non nel partito IDV bensì nell’associazione omonima, che li ha opportunamente investiti in immobili. Quando era ministro delle infrastrutture ha nominato alla dirigenza dell’Anas alcuni avvocati iscritti al suo partito. Non dimentichiamoci poi il caso del figlio, dimessosi dal partito ma non dal posto di assessore dopo una vicenda di "favori" risalente a 3 anni fa. Poi c’è la figlia, che è diventata giornalista professionista senza frequentare una redazione neppure per un giorno.. per la cronaca si trattava di una testata che fa capo all’IDV, ovviamente.
Davvero possiamo pensare che Di Pietro, a parole qualcosa di nuovo rispetto alla vecchia politica ma di fatto esponente della stessa, sia la soluzione?

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