(---.---.---.160) 6 febbraio 2011 12:00

mi dispiace ragazzi, ma non ci siamo proprio. Qua il discorso non è costringere B. alle dimissioni, ma creare una valida alternativa democratica. Ammettiamo che B si dimetta (praticamente impossibile, ma proviamo a fare uno sforzo di fantasia) a causa dei suoi comportamenti "poco istituzionali". Questo significa che il prossimo leader sarà un clone di B., più attento al comportamento pubblico (Letta senior? Tremonti?). La destra gode ancora del consenso in Italia. Pretendere le dimissioni di B ora sarebbe come chiedere a Mussolini di farsi da parte nel momento più solido del suo ventennio. Che piaccia o no, le argomentazioni degli elettori del PDL sono corrette: è stato eletto dal popolo, e il popolo lo eleggerà ancora. Poi noi tutti sappiamo che B. è stato in verità "prescelto" da mafia e logge. Personalmente quindi non mi stupisco delle sue inclinazioni sessuali o del suo disprezzo verso le istituzioni (prendete il primo palazzinaro senza scrupoli, mettetelo al potere e farà le stesse cose). Come si esce da questa situazione? Secondo me, l’obiettivo deve essere l’elettore "medio" italiano, quello insomma che non voterà mai a sinistra, e che prova ripulsione nel vedere 10000 persone in un palazzetto sedute davanti a personaggi che considera "comunisti". La vera salvezza per l’Italia è la nascita di un vero partito liberal, con volti nuovi, giovani e idee "europee". Il problema è che il potenziale materiale umano che dovrebbe costituire questo "esercito del bene" ha già fatto i bagagli: sono tutti i giovani italiani fuggiti all’estero.


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito