(---.---.---.21) 5 novembre 2010 10:54

Questione di punti di vista. Personalmente sono convinto che ogni Paese ha bisogno di forze armate e di apparati di difesa e sicurezza, posto che le convivenze civili ed ordinate si fondano sul controllo ed il rispetto delle regole e delle leggi interne ed internazionali. Semmai si potrebbe discutere su come queste regole vengono prodotte, se con il consenso popolare o con l’artifizio ed il raggiro. Ma questo è un altro paio di maniche, maniche che attengono a come si forma il consenso intorno alle regole, non solo quelle correlate alla difesa ed all’ordine pubblico, dovendovi a questo punto comprendere anche quelle concernenti, per esempio, l’economia sulla quale le manovre speculative producono forse ancor più danni e vittime di quanto facciano alcuni apparati militari.

Sono altresì convinto che una comunità nazionale, per essere tale, debba coltivare valori unificanti e, posto che non si vive di solo pane, debba anche coltivare la memoria della propria storia " magistra vitae ", con momenti rievocativi la cui simbologia non è vuota retorica patriottarda ma strumento attraverso il quale ritrovare coesione, solidarietà, intenti che ci accomunino nella crescita del Paese e nel superamento di annosi problemi che tali sono anche perché non sono sentiti come problemi di tutti ma ora di una corporazione, ora di una regione, ora perfino di un’etnia.

E’ con questo spirito che ho inviato un breve scritto alla rubrica " Italians " ( Corriere on line ) di Beppe Severgnini sul 4 novembre, scritto che di seguito riporto.

Penso siano assolutamente lodevoli gli sforzi che il Presidente Napolitano compie al fine di tutelare l’unità nazionale ed i valori fondanti della nostra Repubblica, specie in questi tempi bui nei quali pare che molte figure, anche di primissimo piano, si dedichino quasi esclusivamente ai propri, particolarissimi affari. Al fine, quindi, di dare il giusto risalto a certi valori, di coltivare la memoria della nostra storia, di rinnovare l’impegno a tutela dell’Unità ed in vista del suo 150° anniversario, credo sarebbe molto utile ripristinare la festività nazionale del 4 novembre che oggi è una mera celebrazione appannaggio di poche personalità, nella pressoché totale indifferenza della gran parte della popolazione italiana, indifferenza che sfocia, a lungo andare, nell’oblio. D’altro canto, siamo una delle poche nazioni al mondo che non ha una festività nazionale che celebri la nascita del proprio Stato unitario, non avendo questa valenza il 25 aprile che celebra la fine della guerra e la ritrovata democrazia.
Cordialmente,
Luigi Nicotra


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