(---.---.---.144) 6 settembre 2010 09:54

E’ una storia davvero triste, quando l’ho letta mi è venuta una gran rabbia. Questa povera donna, secondo la mia modesta opinione, è una vittima prima di tutto della povertà, poi dell’ingoranza, ed infine delle sue scelte di vita. Secondo la mia modesta opinione ha sbagliato: Innanzitutto ha sbagliato a non mettere al primo posto la salute del feto o comunque -se la gravidanza non era desiderata- la propria salute, si sarebbe dovuta rivolgere ad un ospedale di uno statocon una legislazione più permissiva dell’Italia sui clandestini, o se non c’è, in un ospedale del suo paese. In secondo luogo i miei genitori mi hanno insegnato a rispettare la legge, ed ancor più, se si è all’estero; infatti anche se alcune leggi sono ingiuste sono purtroppo imposte dalla maggioranza della popolazione (se ci si trova in un paese democratico) o da un nucleo di potere che condiziona le menti della massa (se ci si trova in un regime od in una dittatura). Questa povera badante avrebbe dovuto mettersi in regola, visto che il nostro paese lo consente ed è più facile essere assunte come badanti se si è straniere che non se si è italiana (mia zia che è una ex-infermiera, ha lavorato in un ricovero e parla perfettamente il dialetto locale dei nonni, è da 7 anni che chiede invano di essere assunta come badante nella sua provincia, ma i centri per l’impiego ed i servizi sociali preferiscono le straniere ed assumono in base alla razza invece che in base all’esperienza, alle referenze ed alle capacità - anche questa è una grave forma di razzismo che si dovrebbe combattere). Se nella peggiore delle ipotesi in Italia non riusciva a regolarizzare la sua posizione poteva tentare in un’altro stato, soprattutto conoscendo il suo stato di gravidanza e sapendo che in Italia come clandestina non si sarebbe potuta rivolgere ai medici. Infine io al posto suo sarei comunque andata da un medico per le cure, pur sapendo che sarei stata denunciata e rispedita al mio paese: la salute non ha prezzo!!


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