
Caro Paolo Degregorio,
Mi piace questo tuo pezzo. Su tante cose siamo sulla stessa linea. Nella mia riflessione sulla democrazia liberale (http://karim-metref.over-blog.org/a...) troverai tanti aspetti, da te citati qua in modo chiaro e conciso.
L’unica cosa che mi vede un po’ perplesso è il modo in cui affronti il tema "Immigrazione". Sia in questo sia nel tuo precedente articolo sulle destre xenofobe, tu lo consideri come "il problema". Fin qua potrei anche essere d’accordo con te. Io stesso che sono immigrato, sono contro chi cerca di descrivere il fenomeno delle migrazioni come una cosa positiva. Non è positiva per niente. E questo lo vado ovunque a sputtare in faccia agli ipocriti del PD e altri "leccaculi" dei padroni che vanno in giro a raccontare che l’imigrazione è buona perchè è una risorsa per l’economia. "Vaffanculo! Non voglio essere una risorsa per la tua economia di merda. Voglio vivere in pace nel mio paese, tra i miei cari." Perchè una donna ukraina dovrebbe lasciare il suo figlio solo per accudire il figlio di una donna italiana che a suo turno non riesce ad acudire il suo perchè ha degli orari impossibili? Perchè un giovane che nasce a Dakar deve avere per unica speranza nella vita, quella di attraversare il deserto a piedi poi il mare su un barcone, per venire a vendere accendini a Borgo Che-ne-so-io?
Ma quando leggo i tuoi interventi se mi metto nella pelle dell’operaio italiano medio non arrivo al fondo del problema. Se leggo "lassalto della immigrazione", vedo l’immagine di un immigrato con il coltello tra i denti che assalta la nave del mio fragile benessere. L’immigrato non diventa compagno di disgrazia ma fonte del problema.
Non so se l’intento tuo era questo, ma è questo che ne traggo leggendo il modo in cui ti riferisce al fenomeno immigrazione.
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