paolo (---.---.---.218) 5 novembre 2011 10:27

Cari signori ,cambiare idea non è un reato e siamo tutti d’accordo , anzi ci sono molti che sostengono che solo gli imbecilli rimangono fermi come monoliti sulle proprie idee .
Resta tuttavia intatto il diritto altrui di giudicare sul perché ,ovvero sulle motivazioni ,che inducono a cambiare idea ,dal momento che esiste anche un principio semisconosciuto alla maggior parte dei nostri politici (e giornalisti) che si chiama coerenza .

Se si cambia idea perché si prende atto di errori di valutazione in conseguenza di fatti nuovi che modificano le circostanze è un conto ,se la si cambia per convenienza di bassa lega (leggi mignotteria o ruffianeria ) è tutt’altra cosa .
Mi sembra che Giuliano Ferrara rientri più nella seconda categoria che nella prima e definirlo "intellettuale" o "uomo di cultura" mi sembra francamente una esagerazione ,concordo invece sulla sua abilità di comunicatore anche se del tutto relativa al contesto in cui si trova . Da una tribuna solitaria ( Radio Londra),senza contraddittorio proprio come il suo mentore Silvio , mi sembra anche piuttosto facile . I risultati dei suoi comizietti in termini di share sono modesti perché la gente ne intuisce le finalità propagandistiche e quindi soltanto i "beoti" si bevono le sue panzane .

Ci sono poi alcune cose , e concludo , sulle quali cambiare idea non solo non è lecito ma è anche un indice di una personalità ambigua .
Per citarne una soft (vedi Emilio Fede) è quella di cambiare la squadra di calcio del cuore ,passione che nasce da bambini e che fornisce anche un indice di base di coerenza individuale .
Un altro esempio (diciamo hard) è proprio il cambio di casacca politica da un estremo all’altro e cito (oltre a Ferrara ) un certo Sandro Bondi che fino ai 45 anni è stato comunista integralista(visto sfilare con bandiere rosse con falce e martello ) e poi ,folgorato sulla strada di Damasco , è diventato "pasdaran" di Silvio ,ovviamente cambiando di molto (in meglio) il suo tenore di vita .
E si perché anche la "convenienza" , quando non è inevitabile ,è unaltro indice di valutazione della genuinità del cambio delle idee .
Un parlamentare che passa da una maggioranza (con relativi benefit) alla opposizione è una cosa ,il viceversa alla Scillipoti è tutt’altra . O no ?
 


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