
Articolo interessante ed è indubbio che Il debito pubblico italiano è frutto delle politiche assistenzialiste messe in campo da tutti i governi di destra e centro sinistra( l’equivalente dell’attuale PDL) negli anni della 1° Repubblica ,soprattutto a favore delle regioni meridionali .Non escludo neanche le responsabilità indirette dell’allora PCI e del sindacalismo italiano ,arroccato sulle tutele dei privileggi piuttosto che dei diritti dei lavoratori.Ma il debito pubblico fino ai primi anni ottanta si era mantenuto in linea con la media europea grazie unicamente al boom economico , come tu ben riferisci .
Sarebbe però stato corretto che tu avessi fatto nome e cognome di colui che nel giro di tre anni (dal 1984 al 1987) del suo premierato lo ha quasi raddoppiato ,sto parlando del socialista Bettino Craxi (leader del PSI).
E nei cinque anni successivi ,sempre con Bettino, non più primo ministro ma uomo fondamentale del famigerato CAF ( Craxi, Andreotti, Forlani ) , il debito pubblico esplose al 120% del PIL , senza che peraltro ci fossero fenomeni recessivi tali da stravolgere il denominatore del rapporto debito/PIL .
Poi abbiamo scoperto (1992) che dietro c’era tangentopoli e che ,purtroppo , nei venti anni di Berlusconi ,da questo punto di vista le cose sono ulteriormente peggiorate e ,guarda caso , Silvio e’ l’erede politico e morale (potrei dire anche massonico) di Bettino.
Se non fossimo entrati nell’euro ,con gli obblighi di bilancio che ci impone la UE ,non so come sarebbe finita .Male sicuramente ma ,probabilmente, ci saremmo ritrovati peggio della Grecia.
ciao
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