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Enfatizzare il “rigore” di Tremonti può servire solo a smorzare gli “appetiti” della speculazione internazionale.
Tremonti è Ministro di Economia e Finanze.
Con la crisi la sua “creatività” ha partorito prima lo “scudo” fiscale, poi il condono delle case “fantasma” e poi le “ganasce” di Equitalia.
Sue sono le sentenze del tipo “sono i numeri a dettare la politica” oppure “tenere i conti in ordine non è ragioneria”.
Sua è stata la politica dei tagli “lineari”.
Dal 2008 il nostro Debito pubblico è aumentato di quasi 290 miliardi mentre il tasso di crescita della nostra economia non arriva a metà della media europea.
La Borsa è regredita ai minimi del 2009.
Ancora nel 2010 l’evasione fiscale è salita dell’11%.
A luglio ci sarà un “aggiustamento” da 3-5 miliardi e la Bce insiste per una ulteriore “cura” da 40 miliardi.
Tremonti ci chiede di “trovargli 80 miliardi” per fare una “vera” riforma fiscale.
In gioco non c’è solo il riequilibrio del bilancio.
Dove e come trovare le risorse è fare “equità sociale”.
Dove e come tagliare è “dare il passo” all’economia.
Non è più tempo per le ’performances’ da teatrino di Pantomima e Rimpiattino …
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