
In questo momento (come altri momenti simili) è difficile pensare con
calma, ma sicuramente è ora di dire basta.
La comunità
internazionale deve smetterla di ondeggiare e dividersi a seconda degli
interessi.
Ci sono persone, di ogni età, che stanno pagando.
Anche con la vita. Oggi da un lato e domani dall’altro. Tutte con
uguale dignità. Mentre altri, dietro le quinte, giocano a
scacchi. E’ necessario ammettere che una certa
politica Israeliana e filo-Israeliana, così come un’altra Palestinese e
filo-Palestinese, hanno portato solo a dei tragici fallimenti. Così
come non giova a nessuno la manicheistica e propagandistica divisione
ideologica tra forze del male da una parte e forze del bene dall’altra.
Se si vuole raggiungere qualche risultato, si dovrà smettere con gli
atteggiamenti sempre e comunque negativi e di opposizione pregiudiziale
verso l’altro. E’ necessaria creare la dimensione giusta per un vero e
fecondo dialogo. Che può avvenire solo tra pari.
Le varie politiche di
intolleranza e violenza hanno portato già troppi morti (in entrambi).
Nient’altro. Perciò non me la sento di prendere le parti di qualcuno,
se non di tutte le vittime di
oggi e di ieri. Sperando profondamente che non ci sia un domani così.
Ma che le cose finalmente cambino e che le atrocità non si ripetano.
Chiedo troppo?
Se è vero (come credo) che "chi salva un uomo salva
il mondo intero", è anche vero che l’uccisione di ogni uomo ci rende
meno uomini. Contribuisce a distruggere l’umanità. Quella di ognuno di
noi. "Nessun uomo è un’isola".
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