
Non si preoccupi, le premesse sono ottime visto l’encomiabile lavoro delle varie Autority
italiane: pensiamo alle autostrade senza asfalto drenante ma sempre più care,
all’energia "liberalizzata" in mano allo stesso grande player, delle
comunicazioni non parlo per amor di patria...
Dopo tutti questi esempi storici di privatizzazioni che fanno danni al patrimonio pubblico ("pelose opinioni di blogger" secondo la sua risibile opinione) sostiene che sia necessario "valutare
la qualità dell’authority pubblica "indipendente"".
A parte che non vuol dire assolutamente niente (cos’è la "qualità" di un’autorità? I suoi poteri? L’eloquio dei dirigenti? Lo stile del logo? Mi illumini...) nell’articolo c’è scritto che, data la proprietà multinazionale delle società di gestione "controllarle risulta impresa ardua".
Delle due l’una: non l’ha capito o non l’ha letto.
C’è anche la terza via: credere che il mercato si regoli da solo, per magia.
E che per magia alcuni siano sempre più ricchi e gli altri progressivamente più poveri (di acqua in questo caso).
The magic of the marketplace.
Proprio un bel gioco di prestigio.
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