lunedì 21 ottobre 2013 - angelo umana

La schivata di Abdel Kechiche

La ragazzina di 15 anni, Lydia, che viene dapprima mostrata prepotente e opportunista, risulta poi essere retta e lineare. Protagonista è un gruppo di adolescenti, con genitori di razze e provenienze diverse, ma tutti appartenenti ad una periferia di casermoni. È retto anche Abdelkrim, chiamato dai compagni Krimò, che maldestramente vuole conquistare Lydia o uscire con lei, un ragazzo schivo e impacciato (sarebbe bello pensare che l’esquive significasse lo schivo ma così non è, il titolo è di una schivata che non si comprende bene in che consista). Il papà di Krimò è in prigione e da lì gli manda disegni di barche a vela e di mare, sintomi di libertà ma anche di un animo nobile.
 
È nobile anche l’intenzione della professoressa della classe a cui appartiene la maggior parte del gruppo - un’affascinante Carole Franck - che prepara gli alunni volontari ad una recita, tratta da “Le jeu de l’amour et du hasard” di Marivaux, l’esuberante Lydia ne è la protagonista. Bello pensare alla letteratura come strumento redimente di ragazzi di strada (o anche di criminali, vedasi Scialla!).
 
Fin qui la trama scarna del film. Il grande merito del regista (realizzatore anche dei notevoli Cous-Cous e Venere Nera) consiste però nel rappresentare fedelmente l’atmosfera interna al gruppo di ragazzi, il loro linguaggio diretto e immediato, poco importa se costellato da parolacce o rudezze, i loro visi ripresi quasi sempre in primo piano così da esprimere emozioni ancor più delle parole. Kechiche ci fa entrare direttamente nel gruppo, nelle loro alleanze possessive e totalizzanti che non prevedono privacy e da cui gli adulti sono esclusi: deve aver studiato bene le dinamiche interne alle cerchie di adolescenti a beneficio di coloro per i quali “or non è più quel tempo e quell’età”.
 
Riusciranno questi ragazzi apparentemente delle “periferie” a scavalcare i ruoli di appartenenza e non essere condizionati dall’origine sociale, a differenza di come sembra suggerire la commedia di Marivaux (due ricchi si sposano tra loro e due servi pure)? C’è davvero da augurarselo, ne hanno le qualità.




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