mercoledì 31 dicembre 2014 - angelo umana

Due giorni una notte, dei fratelli Dardenne

Questa volta i fratelli Dardenne hanno costruito un pretesto per toccare le corde del cuore. €1000 di bonus ai 16 dipendenti di una ditta di pannelli solari se nella votazione segreta interna opteranno per i soldi, ma lasciando così a casa la diciassettesima dipendente Sandra, la bravissima Marion Cotillard. Il titolare e il suo cerbero-caporeparto Jean-Marc hanno notato che possono fare a meno di lei, durante il suo ultimo periodo di assenza per una depressione la produzione era assicurata da tre ore giornaliere di straordinario dei colleghi. I soldi fanno comodo, “mors tua vita mea” sembrano dover pensare questi operai, a cui nello spazio di Due giorni, una notte Sandra si rivolge ad ognuno singolarmente prima della votazione, a volte in lacrime a volte con composto scoramento, perché il suo posto di lavoro venga conservato e i colleghi rinuncino al bonus.

Nella depressione economica che provoca guerre tra i poveri ognuno ha le sue buone ragioni per pensare al bonus: il collega che non “contro” di lei ha votato, ma per il bonus, chi ha la figlia all’università, chi deve arredare la casa con “mobili tv letto lavatrice”, chi si vergogna e non risponde al citofono, l’altro per cui 1000€ sono un anno di gas e luce, il ragazzo violento dedito a far bella la sua auto sportiva e che sceglie i soldi senza dubbio, perché “se li è meritati”. La giovane collega Anna avrebbe la terrazza da rifare e il marito le vuole imporre la scelta più crudele, sceglierà a favore di Sandra invece, separandosi dal marito, è perfino felice perché è la prima volta che decido qualcosa in vita mia (in macchina con le due risentiamo Petula Clark, toh, chi si risente!). Tutti a chiedere a Sandra, prima di decidere, quanti altri hanno rinunciato al bonus perché lei resti al lavoro… . I più generosi nei suoi confronti sono coloro che hanno più bisogno, e i colleghi immigrati in particolare: chi conosce le ristrettezze comprende meglio quelle altrui.

La votazione si concluderà 8 contro 8, il datore di lavoro vorrebbe premiarla per aver ben condotto la sua piccola e disperata “campagna elettorale”, ma lei rifiuta, nuocerebbe al collega più giovane assunto a tempo determinato. Il tema dunque sembra divenire la presa di coscienza di Sandra, l’impegno a convincere inutilmente gli altri le è valsa la consapevolezza di sapercela fare anche altrove.

Anche in quest’ultimo film i Dardenne si avvalgono di due attori abituali, Fabrizio Rongione nella parte del marito di Sandra e Olivier Gourmet nella piccolissima parte del capo-reparto, l’attore dal viso meno indicato per l’epiteto di senza cuore che gli rivolge Sandra. Il “pretesto” dei due registi consiste nell’alternativa tra 1000€ per i 16 - praticamente un anno di stipendio netto di Sandra - o concedere che la loro collega conservi il posto, la scelta sembrerebbe facile: chissà come sarebbe andata se il bonus fosse stato di due, tre o cinquemila euro. Anche le bassezze umane hanno un prezzo. Sempre alla fine dei film dei due fratelli belgi c’è una speranza, edulcorano un poco i drammi: si avventureranno nelle storie dei 3.400.000 disoccupati italiani, ma è solo un esempio, o in quelle degli imprenditori suicidatisi?

 




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