Una legge elettorale e una sul conflitto di interessi: ecco di cosa abbiamo bisogno
Il permanere un tempo indefinito all’interno del Parlamento, con tutta evidenza, ha creato una nomenklatura, nel PDL e nel PD, ormai una gerontocrazia, che pur di rimanere nelle stanze dei bottoni si è accordata sottobanco su tutto, fino all’appoggio comune al governo Monti e poi alle “larghe intese”, facendo finire ogni distinzione fra destra e sinistra, fra governo e opposizione.
Una marmellata paralizzante incapace di trovare il bandolo della matassa per uscire da una crisi etica ed economica di grave pesantezza.
Una regola che stabilisse tassativamente che nessuno può essere eletto dopo aver compiuto due legislature, se avesse fatto parte della nostra legge elettorale, ci avrebbe liberato già da 10 anni di quelli che veramente comandano oggi nei partiti. E il signor Berlusconi sarebbe in galera senza i riguardi delle leggi ad personam e le varie prescrizioni.
Se poi vogliamo esagerare e desideriamo vivere in una democrazia autentica, dovremmo far tesoro della realtà di questi ultimi 20 anni, in cui il monopolio del potere mediatico, si è trasformato in potere politico, e stabilire tassativamente che chiunque possieda giornali, tv, radio anche locali, è ineleggibile in quanto partirebbe enormemente avvantaggiato in un competizione elettorale che deve rispettare pari condizioni di partenza.
Non sarebbe una rivoluzione, ma la nostra democrazia sarebbe sicuramente migliore con queste due regolette diventate leggi, e leggi diventerebbero se avessimo la istituzione democratica del Referendum propositivo senza “quorum” perché i cittadini sono infinitamente più democratici e avanti della gerontocrazia politica attuale.