Helen Dietrich

Dipinsi un quadro e lo mostrai a mia madre. Lei disse: "Suppongo che sia bello" 
Così ne dipinsi un altro, tenendo il pennello tra i denti. "Guarda mamma, senza mani. E lei disse: "Suppongo che verrebbe apprezzato da qualcuno che sapesse il modo in cui lo hai dipinto e fosse interessato alla pittura. Io non lo sono". 
Suonai un assolo di clarinetto del concerto per clarinetto di Gounod con la filarmonica di Buffalo. Mamma venne ad ascoltare e disse: "Suppongo che sia bello". 
Così lo suonai con la sinfonica di Boston, sdraiata e usando gli alluci, "Guarda mamma, senza mani". E lei disse: "Suppongo che verrebbe apprezzato da qualcuno che sapesse il modo in cui lo hai suonato e che fosse interessato alla musica. Io non lo sono". 
Preparai un soufflé alla mandorla e lo offrii a mia madre. Disse: "Suppongo che sia buono".
Così ne preparai un altro usando il fiato per montarlo, glielo servii con i gomiti: "Guarda mamma, senza mani". E lei disse: "Suppongo che verrebbe apprezzato da qualcuno cha sapesse il modo in cui lo hai preparato e che fosse interessato alla cucina. Io non lo sono". 
Così disinfettai i polsi, eseguii l'amputazione, gettai le mani e andai da mia madre. 
Ma prima che potessi dire: "Guarda mamma, senza mani", lei disse: "Ho un regalo per te", e insistette perché io provassi i guanti di capretto blu per accertarsi che fossero della mia misura