martedì 8 luglio 2014 - Phastidio

Vizi strutturali

E quindi, secondo il nostro ministro dell’Economia, l’Italia starebbe attuando riforme strutturali (con tanto di hastag Twitter) anche con la riduzione del cuneo fiscale. Bisogna capirsi, però: se per cuneo fiscale si intendono gli 80 euro (ma ci stupiremmo se così fosse), può essere utile sapere che questa è una voce di spesa pubblica, che di strutturale non ha al momento alcunché, non una riduzione di fiscalità sul complesso della retribuzione.

Per contro, il taglio del 10% dell’Irap è autentica riduzione di cuneo fiscale ma è stata ottenuta con aumento di tassazione sul risparmio. Il punto non è necessariamente questo, quanto la feroce distorsività di tale aumento di tassazione, che nulla ha a che fare con l’equità fiscale e peraltro danneggia pesantemente il settore privato, che rischia concretamente di subire un aumento del costo del funding.

E peraltro attendiamo di vedere quanta parte della copertura del taglio Irap evaporerà a causa di comportamenti razionali dei risparmiatori. In sintesi, come riforme strutturali ci paiono piuttosto rachitiche e pure sghembe. Poi, de gustibus. Ma occhio ai traduttori, in Europa. Sono loro a rischiare di essere la nuova categoria assimilata ai gufi.




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