lunedì 26 novembre 2018 - Camillo Pignata

Violenza sulle donne: arriva il "Codice Rosso", ma non per tutte

Il governo ha approvato il "codice rosso" contro la violenza sulle donne, indagini più rapide, una corsia preferenziale alle loro denunce. 

Ed è cosa buona e giusta, ma che perde di valore, se il governo e tutti noi, dimentichiamo le donne migranti annegate, abusate nei lager libici, sequestrate sulla nave “Diciotti”,cacciate dal centro Baobab, e prossimamente da altre 27 centri, dallo Stato o per colpa dello Stato, che ora gli offre il codice rosso. Per queste donne, nessun codice rosso.

Queste donne non faranno nessuna denuncia, perché morte, per paura, perché non hanno permesso di soggiorno, perché clandestine, e come tali perseguibili dal magistrato che dovrebbe aiutarle.

Per queste donne nessun pm che le sente entro 3 giorni, nessuna indagine prioritaria per gli abusi subiti dai maschi, nei lager o nei campi di accoglienza.

Il governo non può fare il gioco delle tre carte.

Non può dare da una parte, e togliere dall’altra.

Non può da una parte prevedere il codice rosso, e dall’altra rendere impossibile ad alcune donne di utilizzarlo.

Non può fare un passo avanti e due indietro.

Non può da una parte prevedere il codice rosso, e dall'altra rimettere in gioco alcune delle conquiste di questi anni, dal divorzio, la lotta contro l’aborto clandestino, alle unioni civili.

Il femminismo è battaglia culturale, che si puo vincere ,solo se viene combattuta a 360 gradi, se difende tutte le donne, bianche, nere cattoliche musulmane, e tutte le loro conquiste, rispetto alla supremazia del maschio.

Perché il femminismo non è solo lotta per la realizzazione di diritti individuali, ma lotta per realizzazione dell’uguaglianza della donna rispetto all’uomo e tra le donne.

É una lotta che affonda le sue radici nei principi di uguaglianza, di solidarietà, di legalità.

Un femminismo che viola questi principi, rinnega se stesso.

Un femminismo che non è inclusivo, che si colloca nel solco della lotta agli immigrati, del principio ”prima gli italiani, ha già perso, perché privilegia le donne bianche, e riduce i diritti delle donne immigrate, suscita conflitti interni al mondo femminile, indebolendo le sue lotte le sue conquiste.




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