giovedì 9 febbraio 2017 - Carcere Verità

Violenza in carcere | Non tutta la merda puzza alla stessa maniera

Maestre dai modi sbrigativi, inchiodate dalle telecamere dei carabinieri, riprese in classe tra uno spintone e una minaccia.

Donne picchiate e sottomesse da mariti violenti, esortate a non abbandonarsi all’autocolpevolizzazione, ma piuttosto a denunciare chi le maltratta.

 

Ragazzini delle scuole medie e superiori che si uniscono per combattere fenomeni di bullismo, e che ricevono onoreficenze dalle più alte cariche dello Stato.

Poi c’è la violenza in carcere.

Tutta la merda puzza, ma qualcuna puzza meno delle altre…

Quando sento parlare di storie di violenza e omertà, smascherate grazie all’intervento di chi poteva stare zitto, ma ha avuto il coraggio di parlare.

Quando sento che chi ha denunciato, viene descritto come un eroe e indicato come esempio da seguire.

Quando sento questo, non posso non pensare a Rachid e ai due anni d’inferno che ha dovuto passare, per aver osato non solo denunciare la violenza in carcere, ma anche documentarla.

E’ stato sballottato da un carcere all’altro, chiuso in isolamento come una bestia feroce, massacrato di rapporti disciplinari e denunce, che hanno sbriciolato la sua credibilità, buttato in celle indegne per qualsiasi essere vivente. E pestato: gli hanno sputato in faccia, lo hanno preso a calci e pugni e picchiato con la stessa stampella che usava per camminare. Gli hanno distrutto un occhio e una gamba. E gli hanno precluso qualunque beneficio di legge.

Eppure le indagini sulle maestre violente, non fanno di tutte le maestre dei boia.

Se alcuni mariti picchiano o uccidono le proprie mogli, non significa che tutti i mariti siano violenti o assassini.

Se alcuni ragazzi delle scuole medie e superiori umiliano i loro coetanei, non significa che tutti gli adolescenti sono dei prevaricatori.

Se accettiamo che la violenza possa risiedere nelle scuole e nelle famiglie, perché è così difficile accettare che possa esistere in carcere?

Perché ministro Orlando, fate così fatica a riconoscere che nelle carceri alcuni agenti ricorrono alla prevaricazione ed alla violenza?

Eppure, se la regola vale per tutti, le indagini sugli agenti violenti, non farebbero di tutta la polizia penitenziaria, un gruppo di “boia”.




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