martedì 23 dicembre 2014 - Phastidio

Ventisei, i ladri

Nella nuova Smorfia italiana, pare proprio che per il nostro esecutivo il 26 sia un numero magico, quanto e più di 80 (o di 18).

La tassazione sui frutti del risparmio su strumenti finanziari differenti dal debito pubblico (le cosiddette rendite finanziarie pure) è stata portata quest’anno al 26%. Identica aliquota pagano le Casse professionali, mentre i fondi pensione del secondo pilastro godono della aliquota “agevolata” del 20% (era 11,5%), e quindi dovreste essere grati solo per questo.

Ma 26% è anche la detrazione d’imposta che si potrà ottenere per le erogazioni “liberali” e le donazioni ai partiti politici.

Incluse quelle “obbligatorie”, cioè i contributi che per statuto i parlamentari sono tenuti a versare alle casse del proprio partito. Che significa, ciò? Una cosa molto semplice: che per “invogliare” i cittadini a donare ai partiti, ma anche (o soprattutto?) per “incentivare” i parlamentari a pagare i contributi obbligatori alla propria “ditta”, lo stato perderà gettito in misura pari al 26% di quanto versato.

Per la serie “finisce l’era del finanziamento pubblico ai partiti”, giusto? Ma non è un problema: quella perdita di gettito sarà recuperata anche grazie alla nuova aliquota del 26% sulle rendite finanziarie pure. E se non dovesse bastare, anche per amor di armonizzazione, suggeriremmo di portare l’Iva al 26%. 

 

It’s the magic number.




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