martedì 6 marzo 2018 - Marco Scipolo

Vengo anch’io, Cristel Caccetta: "Nel film sono un antieroe che si riscatta" (Intervista)

Ad AgoraVox l’attrice pugliese, tra i protagonisti della commedia di Nuzzo-Di Biase nelle sale dall’8 marzo, illustra il suo personaggio e annuncia i suoi futuri progetti.

(Si ringrazia per le foto il fotografo Alessandro Rabboni)

Giovedì 8 marzo esce al cinema Vengo anch’io, il film che segna il debutto alla regia della coppia Corrado Nuzzo-Maria Di Biase. La commedia vedrà i due popolari attori comici anche come protagonisti assieme ad altri due giovani interpreti in gamba, il riccioluto ventenne Gabriele Dentoni (già visto al cinema in Ho amici in Paradiso di Cortese, The Young Messiah di Nowrasteh, Io e te di Bertolucci e nella fiction tv Rimbocchiamoci le maniche) e la salentina Cristel Caccetta, classe 1990 – attrice somigliante a Penélope Cruz, ma anche ballerina e scrittrice – che ha già recitato sul grande schermo partecipando a La grande bellezza di Paolo Sorrentino come componente del corpo di ballo e, successivamente, a due film di Marco Ponti (Io che amo solo te nel 2015 e La cena di Natale nel 2016) nel ruolo di Carmelina.

Per saperne di più, abbiamo intervistato proprio l’attrice pugliese che ci rivela qualche anticipazione del film e si racconta.

Nel percorso artistico di Cristel Caccetta, diplomatasi nel 2012 all’accademia di recitazione “Teatro Azione” diretta da Cristiano Censi e Isabella Del Bianco, vi è molto teatro. A 17 anni esordisce come attrice e autrice nello spettacolo Ma-Donne per la regia di Ippolito Chiarello e, tra l’altro, nel 2016 è nel cast di Dignità autonome di prostituzione, lo spettacolo di Luciano Melchionna.

Caccetta, a breve la rivedremo sul grande schermo come coprotagonista in Vengo anch’io. Cosa ci può svelare di questa pellicola?

Quando penso a questo film, mi vengono in mente le commedie di un tempo, il pubblico riderà mentre i nostri personaggi piangeranno. Un aspirante suicida (Corrado Nuzzo), un’ex detenuta (Maria Di Biase), un ragazzo con la sindrome di Asperger (Gabriele Dentoni) e una giovane atleta avranno l’occasione per riscattarsi e prendersi una loro piccola-grande rivincita sulla vita.

Quale ruolo recita su questo set?

In questo film interpreto Lorenza, un’atleta, ma prima di tutto una ragazza a cui è mancata una figura paterna, sopraffatta dall’egocentrismo della madre, arrabbiata e molto delusa. Inizialmente è un piccolo antieroe, che avrà però modo di riscattarsi, imparerà dai suoi errori e non solo dai suoi.

È stato impegnativo interpretare il suo personaggio?

Lorenza ha quasi dieci anni meno di me e un passato familiare alle spalle molto differente dal mio, per cui sì, devo ammettere che non è stato facile, però d’altro canto è stato interessante perché mi sono messa in gioco, e quando ho rivisto il film è stato curioso vedermi così diversa da come sono.

Gira voce che nel lungometraggio appariranno anche comparse molto note. È vero?

Sì, certo! Anche se io non ho avuto il piacere di girare insieme a loro.

Come valuta questa esperienza lavorativa con la coppia Corrado Nuzzo e Maria Di Biase?

Maria e Corrado sono due attori molto bravi, e non solo, avevano le idee molto chiare sin dai provini rispetto al film, al mio personaggio, a quello che volevano raccontare. Questo per me è il primo film da coprotagonista e non c’è stato un momento in cui mi sia sentita disorientata, perché Maria e Corrado hanno voluto provare per circa un mese prima delle riprese, mi hanno perfino fatto prendere lezioni di canottaggio, non hanno lasciato nulla al caso, e mi sento molto fortunata per questo e soddisfatta del lavoro che abbiamo fatto.

La sua prima passione è stata la danza, un’abilità rivelatasi determinante per il suo debutto nel cinema avvenuto nel 2013 con il pluripremiato film La grande bellezza di Sorrentino. Cosa ricorda di quel momento particolare della sua carriera professionale?

Ricordo che ero in una compagnia di hip-hop, e stavo finendo l’ultimo anno di accademia di recitazione. Mi sentivo in bilico rispetto alla strada che avrei voluto perseguire, ma dopo aver girato La grande bellezza le mie idee si fecero più chiare. Ho lasciato la compagnia e ho investito tutte le mie energie nella recitazione. É stato difficile e ancora, spesso, sento la mancanza della mia compagnia, del mio coreografo, di tutte quelle ore trascorse in sala per cercare di rendere un movimento perfetto, ma so di aver fatto la scelta giusta, o meglio quella che mi rende più felice.

Sul canale televisivo Sky Arte ha indossato i panni di Maria Callas nel programma Artists in Love. Che cosa ha significato per lei recitare la parte della “Divina”?

Un onore. Quando mi hanno detto che avrei dovuto interpretare Maria Callas non potevo crederci. É stata un’esperienza che porterò sempre nel mio cuore.

Così giovane ha già pubblicato due romanzi (Attraverso la sua anima… tremo e Mala Vida), il primo dei quali all’età di 18 anni. Per lei dove scaturisce l’esigenza di scrivere?

La scrittura è un mezzo ed un’esigenza attraverso cui comunicare il mio messaggio, perché in un periodo come questo è fondamentale che gli artisti siano proattivi. Questo è il mio modo di fare la rivoluzione, provo a ricordare alla gente di essere empatica, compassionevole, ma anche disobbediente e ribelle, libera di esprimersi (come mi ha insegnato mio padre).

Quando è sbocciato il suo amore per il teatro?

Quando non saprei dirlo. Da quando ho cinque anni, l’arte della danza, della scrittura e, in seguito, della recitazione sono sempre state un mezzo per esprimermi. Forse, però, ora che ci penso, durante l’adolescenza, guardando Penélope Cruz, in Non ti muovere, che diceva la frase: «La mia vita è stata tutta così, piena di piccoli segni che mi vengono a cercare». Forse, quella frase voleva dirmi qualcosa.

Quali sono le sue attrici di riferimento?

Rifacendomi a quello che ho detto prima, Penélope Cruz, senza ombra di dubbio.

Ballare, scrivere, recitare. Vista la sua poliedrica vena artistica, immagino che sia già immersa in qualche altro progetto…

In veste di attrice, sto lavorando ad un progetto teatrale: una commedia che andrà in scena a fine maggio. Sto lavorando ad un riadattamento teatrale del film Chicago – in cui recito, ballo e canto – che porterò in scena per la prima volta a “La Fabbrica8”, insieme a Federica Latorre e Jonathan Costa, due ballerini bravissimi. Mentre con il mio ragazzo, Piero Cardano, anche lui attore, mi sto dedicando da tempo alla sceneggiatura di un film. In realtà, siamo alla settima stesura: è un po’ come un figlio per noi. Ogni giorno penso a come poter realizzare questo progetto, cerco di mettere un tassello in più.




Lasciare un commento