lunedì 11 settembre 2017 - Phastidio

Vaccinazioni obbligatorie: la doppia posizione di Emiliano

Sulla Gazzetta del Mezzogiorno, dell'8 settembre, trovate una gustosa intervista a tutto campo (come si dice in questi casi) al governatore pugliese, Michele Emiliano. Da essa, segnaliamo una perla che conferma che l’uomo è fatto così, un tonitruante tribuno della plebe, intimamente convinto che prima o poi il M5S si squaglierà come neve al sole e che lui sarà l’erede naturale ad ereditarne l’elettorato.

Sui vaccini, come saprete, Emiliano giorni addietro aveva deciso che la Regione Puglia dovesse dare assistenza legale ai genitori che avessero deciso di ricorrere contro l’obbligo vaccinale stabilito dal governo Gentiloni. E lo ha fatto con argomentazioni piuttosto bizzarre, del tipo “da quando il governo ha deciso di intervenire con tanta decisione, si sta registrando un calo della propensione a vaccinarsi”. Come potesse Emiliano disporre in tempo reale di un simile dato, a poche settimane dalla nuova norma, resta un mistero irrisolto.

A seguire, ecco le solite argomentazioni libertarie de noantri (peraltro assai anomale, in bocca al personaggio) ed anche la ormai celebre frase “non siamo contro i vaccini”, che dovrebbe essere integrata dalla sua naturale seconda parte, “molti tra i miei migliori amici sono vaccini”. Emiliano in seguito ha precisato, sul suo profilo Facebook, che il rafforzamento delle sanzioni in caso di inottemperanza, con l’obiettivo di aumentare la copertura vaccinale, sarebbe un errore politico, perché la ‘gggente non si fida della politica e tende a fare l’opposto di quanto la politica prescrive o impone. Il gentismo grillista al suo apogeo, diciamo:

«Ciò che prima era normale e ben accetto dalle famiglie, oggi, a causa di una legge che sottopone i cittadini a sanzioni come la non iscrizione a scuola o multe in denaro, sta provocando l’effetto contrario»

Il problema pareva essere la durezza della sanzione, quindi, proveniente da una fonte “squalificata” come la politica. Sempre secondo Emiliano, la regione Puglia era un modello di virtù da compliance spontanea e “culturale” alle vaccinazioni, sino allo sciagurato decreto Lorenzin. Così non è, come dimostrato dal fact checking de lavoce.info, che indica come la Puglia è da anni scesa sotto la soglia di copertura di gregge per le vaccinazioni “classiche”, morbillo, parotite, rosolia. Ahi ahi, presidente Emiliano, pare che i fatti siano contro le sue opinioni.

Per farvela breve, Emiliano strizzava l’occhio ai no-vax ed al serbatoio di voti da essi rappresentato, brandendo l’arma “culturale” e contro l’obbligo di legge. Perché il problema, sempre secondo Emiliano, erano le “sanzioni che stanno provocando l’effetto contrario”. Oggi, nell’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno, potete leggere quanto segue:

«I vaccini non solo sono utili, ma indispensabili. II governo doveva intervenire per evitare la discesa delle vaccinazioni sotto la percentuale di sicurezza. Ma se si sceglie la strada dell’obbligatorietà, l’infrazione alla norma deve avere una sanzione assai più rigida. Il che non mi pare sia avvenuto. Evidentemente il legislatore non ne era convinto»

Notevole, no? D’incanto, il problema del decreto Lorenzin resta la sanzione ma ora perché troppo lieve:

«Attenzione, però, a non provocare qui da noi l’effetto contrario, alla luce, proprio, della ridicolaggine delle sanzioni»

In pratica, quindi, Emiliano torna lo sceriffo che conosciamo: se le sanzioni sono troppo blande, la ‘ggente se ne frega. Rinchiuso il proprio gemello libertario alle cozze in un armadio, Emiliano è soddisfatto. Se però andate a rileggere la raccolta delle sue dichiarazioni sul tema nelle ultime settimane, l’impressione è quella di trovarsi di fronte ad un soggetto con seri problemi di personalità. Vediamo, forse perché qualcuno ha spiegato a lui e a Luca Zaia che su materie del genere il rischio di rompersi le ossa è elevato? Che invocare l’idiozia del conflitto di attribuzioni tra Stato e regioni sul rischio epidemie è da trattamento sanitario obbligatorio?

Il punto è che, quando si strizza l’occhio a tutti gli sciroccati che passano per strada (e pare che in Italia questo numero sia effettivamente in forte aumento), servirebbe comunque quantificare il beneficio elettorale dell’operazione, cioè quanti voti renderebbe. Invece i nostri eroi, che notoriamente con logica e numeri hanno un rapporto assai conflittuale, partono in quarta a lisciare il pelo a tutti, e poi devono ritirarsi scornati. Non prima di aver proferito farneticazioni sugli “esperimenti” che le case farmaceutiche starebbero attuando contro i poveri italiani, coi loro diabolici vaccini. E via, verso il prossimo teatrino.

(Foto: Damiano Zoffoli/Wikimedia Commons)




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