sabato 28 luglio 2012 - UAAR - A ragion veduta

Usa, crescono ancora i non religiosi

Una nuova ricerca del Pew Research Forum evidenzia come aumenti la percentuale di non credenti tra gli statunitensi, soprattutto tra i più giovani. Un trend che continua, tanto che nel 2011 circa il 19% degli americani fa parte dei Nones, ovvero di coloro che non hanno alcuna appartenenza religiosa. Tanto da diventare ormai la seconda denominazione (non) religiosa del paese per numero, molti di più di mormoni, islamici, ebrei ed aderenti a religioni asiatiche messi insieme. Nel 1990 erano il 6%, mentre nel 2008 sono arrivati al 15%, toccando il picco del 18% nel 2010.

Secondo Barry Kosmin, tra gli autori dell’American Religious Identification Survey, i non religiosi sono ormai una “categoria di default“. Perché non solo i “giovani refrattari all’autorità di una religione istituzionale”, ma anche “i più anziani se ne allontanano a causa della politicizzazione della religione, e la gente è semplicemente meno interessata alla teologia rispetto a prima”. Subiscono invece una flessione battisti, metodisti e luterani.

I ricercatori evidenziano però che alcuni fattori giocano contro l’aumento dei non credenti. Perché si tratta principalmente di giovani, single e molto istruiti, ovvero gruppi che fanno pochi figli. Ma anche a causa della massiccia immigrazione da paesi molto religiosi come quelli latino-americani. Non è un caso che i cattolici siano i più numerosi (circa il 25%), specie grazie al massiccio ingresso di latinos. È rilevante comunque la categoria degli “switchers“, ovvero di coloro che pur crescendo in un contesto molto religioso finiscono per diventare da adulti Nones. Nel 2009 erano circa il 10% degli americani.

Il coming out di atei e agnostici quindi si fa sempre più evidente, grazie anche al deciso attivismo delle associazioni laiche americane. E nonostante la diffusa intolleranza nei confronti dei non credenti e gli stereotipi veicolati dagli integralisti religiosi.




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