venerdì 1 giugno 2018 - Oggiscienza

Uova, colesterolo e rischio cardiovascolare: la "cattiva reputazione" è meritata?

Il legame tra il consumo di uova e gli effetti sulla salute è al centro di un dibattito aperto. Da un lato chi sostiene che il numero andrebbe limitato, dall'altro chi pensa che la "cattiva reputazione" delle uova sia immeritata

Secondo uno studio pubblicato di recente sullAmerican Journal of Clinical Nutrition il consumo di 12 uova a settimana non he effetti sul rischio cardiovascolare nei pazienti che soffrono di diabete di tipo 2. Le uova, fonte di proteine e di micronutrienti, potrebbero anzi avere dei benefici – spiegano i ricercatori – regolando l’assorbimento di grassi e carboidrati, favorendo la salute dell’occhio, del cuore e dei vasi sanguigni oltre al mantenimento di una gravidanza sana.

Lo studio si inserisce all’interno di un dibattito ancora aperto sul rapporto tra consumo di uova ed effetti sulla salute. I ricercatori si dividono, infatti, tra chi sostiene che il numero andrebbe limitato, in particolare nei pazienti che soffrono di malattie cardiache, e chi ritiene che questa “cattiva reputazione” non sia giustificata.

Le proprietà delle uova

I sostenitori delle proprietà benefiche delle uova spiegano che si tratta di un alimento nutriente ed economico, in grado di fornire 18 vitamine e minerali. Alcuni di questi elementi, come lo zinco, il selenio, il retinolo e il tocoferolo, generalmente carenti nella dieta occidentale, hanno proprietà antiossidanti e potrebbero addirittura proteggere da alcuni processi degenerativi, incluse le malattie cardiovascolari.

Altri componenti importanti includono la fosfatidilcolina (molecola fondamentale per la sintesi dei fosfolipidi e nutriente essenziale per lo sviluppo del cervello) e i carotenoidi luteina e zeaxantina, coinvolti nel funzionamento della retina e dotati di proprietà antiinfiammatorie e antiossidanti.

Da quando ci fanno paura le uova

La diffidenza nei confronti di questo alimento nasce negli anni Settanta quando un importante studio epidemiologico mise in relazione la concentrazione di colesterolo presente nel sangue e il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. I risultati del Framingham Heart Study fecero ipotizzare che assumere grandi quantità di questa molecola lipidica tramite l’alimentazione potesse avere degli effetti sulla salute cardiaca.

Da qui la raccomandazione di limitare il consumo delle uova, la principale fonte di colesterolo alimentare, a due-quattro alla settimana. Negli anni successivi diversi lavori confermarono questa ipotesi, ma studi epidemiologici più recenti mettono in discussione l’esistenza di un’associazione diretta tra colesterolo alimentare/assunzione di uova e rischio di malattie cardiovascolari nella popolazione generale.

Colesterolo, un meccanismo complesso

Come spiega una review pubblicata lo scorso marzo sulla rivista Nutrients, con questa raccomandazione si rischia di semplificare un meccanismo di regolazione molto complesso. Il colesterolo assunto tramite la dieta è pari a circa il 25% del totale. Il restante 75%, circa 850 mg/giorno, viene sintetizzato dall’organismo. Il suo livello viene infatti controllato attraverso un processo influenzato dal tasso di sintesi di questa molecola e dalla sintesi (ed escrezione) degli acidi biliari.

Nella maggior parte degli individui, in risposta alle variazioni della dieta, il livello di colesterolo cambia solo marginalmente, proprio perché è controllato attraverso un meccanismo di feedback. Ma non tutti gli organismi reagiscono allo stesso modo. Al contrario, la risposta è fortemente variabile e dipende da molti fattori genetici e metabolici. Trial clinici condotti in diverse categorie di popolazione (bambini, giovani donne, uomini e anziani) hanno evidenziato differenze significative.

In seguito a una maggiore assunzione di colesterolo tramite la dieta, circa i 2/3 della popolazione ha manifestato una piccola variazione (o nessuna variazione) del livello della molecola. Questi individui sono classificati come “compensatori”, perché possono appunto compensare l’assunzione, riducendo la biosintesi, l’assorbimento e l’escrezione. In una piccola parte della popolazione, i “non-compensatori”, è stato invece osservato un aumento della concentrazione del colesterolo nel sangue e un aumento del rapporto LDL/HDL (il valore medio, in ogni caso, non ha superato la soglia di 2,5, e quindi si trova all’interno del range considerato ottimale).

Uova, colesterolo e diabete

Una relazione più evidente tra consumo di uova e rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare è stata osservata in pazienti diabetici, ma studi come quello pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition sembrano smentire anche questa ipotesi. Per i diabetici, inoltre, l’aumento del rischio potrebbe essere legato non al colesterolo, ma a un’altra molecola lipidica contenuta nelle uova, la fosfatidilcolina. Questo meccanismo coinvolgerebbe anche il microbiota intestinale: i batteri, infatti, modificano la colina e la trasformano in TMAO (trimetilamina ossido), un metabolita che, se presente in livelli elevati nel sangue, potrebbe aumentare il rischio cardiovascolare. Anche queste osservazioni devono essere confermate ma, al momento, il consumo di 2/3 uova al giorno non sembra essere associato all’aumento di TMAO.

Quante uova a settimana?

In Italia il consumo di uova a settimana è di 3,5 a persona, in linea con la media europea (il valore massimo si osserva in Danimarca, con 4,5 uova, e il minimo in Serbia, con meno di 1,5 uova). Ma cosa dicono le linee guida nutrizionali? Negli ultimi anni le indicazioni sono meno rigorose che in passato, ma ancora piuttosto disomogenee. Il Ministero della Salute, nelle linee guida che risalgono al 2003, suggerisce di mangiarne “fino a quattro per settimana, distribuite nei vari giorni”.

Secondo la Danish Technical University una persona sana può consumare fino a sette uova a settimana, per il French National Nutrition and Health Program se ne possono mangiare una o due al giorno. Nel caso dei soggetti che soffrono di malattie cardiovascolari, la Società Europea di Cardiologia non dà indicazioni specifiche, mentre la Deutsche Herzstiftung consiglia di non superare i 250-300 mg di colesterolo al giorno (un uovo ne contiene circa 200 mg).

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