martedì 23 febbraio 2016 - Fabio Della Pergola

Unioni di fatto, se dio vuole

La nota questione sulle unioni di fatto ha portato molta acqua al mulino del governo.

Nonostante l’arruffata pretesa dei Cinquestelle di presentare se stessi, prassi abituale quanto stantìa, come vittime dell’altrui arroganza, il Partito Democratico e il Governo nel suo insieme ne usciranno con molti punti al loro attivo.

1. Per la prima volta nel nostro paese diventerà legge una questione che è stata presentata giustamente come una moratoria delle discriminazioni storiche verso persone omosessuali (a dimostrazione che il diritto di famiglia contemporaneo non può essere succube dei diktat religiosi); ma che è questione che riguarda anche un numero imprecisato di coppie “diverse” (fratelli e sorelle, vecchi/e amici/he, genitori/figli eccetera) che per i motivi economici più vari si fondano su un solo reddito e che quindi, in prospettiva dovranno contare su una sola pensione. Portare a casa una legge così, vincendo le antiche opposizioni di chi pretende di avere in tasca l’unica Verità possibile, è quindi un grande successo del Partito Democratico che, contemporaneamente, sfila alla sinistra radicale uno dei suoi cavalli di battaglia residuali.

2. L’ipotizzato stralcio dell’adozione del figliastro apre la strada ad un obbrobrio giuridico lasciando i figli (legittimi) di un partner in una dimensione imprecisata - una sorta di indefinibile vuoto legislativo - nel caso della morte del/i genitore/i biologico/i.

Ma possiamo ipotizzare che anche l’adozione gay sarà inserita in un più ampio disegno di legge che metta ordine nelle farraginose disposizioni in merito alle adozioni etero (tema che da tempo avrebbe bisogno di una bella ripulita chiarificatrice capace di portare a tempistiche più umane l’adozione di un bambino).

Se questa ipotesi sarà confermata, avremo un nuovo doppio successo per il governo, sia nella sua parte “di sinistra” (che potrà vantare di aver fatto ciò che da decenni avrebbe dovuto essere fatto) sia nella componente di destra che avrà dimostrato di essersi fieramente opposta alla stepchild adoption che è vista come fumo negli occhi (residua) da chi non avrebbe mai voluto nemmeno le unioni civili, ma che almeno il punto della bandiera lo voleva portare a casa.

3. Lo scivolone dei Cinquestelle, finalizzato alla battaglia parlamentare contro il super canguro (azione arrogante, ma comprensibile vista la montagna di emendamenti che parlavano chiaramente di ostruzionismo), non può essere recuperato con le tardive conferenze stampa. Nessuno le segue, a parte i militanti di stretta osservanza. Nessuno se le fila nell’opinione pubblica. Anche ammesso che abbiano avuto ragione lo scivolone che ha affossato la prima versione della Cirinnà (comprensiva di stepchild adoption) lo pagheranno per intero. Il governo porta a casa anche questo punto.

4. La destra tutta, perso l’appoggio berlusconiano e rimasta in ostaggio agli estremisti del Family day (alias Bagnasco-Salvini-Meloni-Storace e poco più), ha dato chiaramente l’impressione di aver perso una battaglia storica. Ne esce bene (si fa per dire) Alfano e la sua componente governativa che salva la faccia con lo stralcio delle adozioni gay e fa finta di essere una destra liberal, moderna e all’occidentale e non la componente residuale di stampo biblico-coranico relegato al medio evo (prossimo venturo). Un altro punto per la compagine governativa.

5. I militanti dei movimenti pro-gay - che non significa necessariamente essere a favore dell’omosessualità, quanto a favore del riconoscimento di diritti civili a persone che non possono essere discriminate sulla base di scelte personali ed intime in materia di sesso - avranno portato a casa, finalmente, quanto dovuto.

Non ci sarà più bisogno di essere per forza di estrema sinistra (non è affatto detto che un omosessuale lo sia) e potranno così manifestare le loro preferenze politiche (di destra, di centro o di sinistra) finalmente liberi di poterlo fare. Aver sganciato l’opinione politica dalla sudditanza psicologica dovuta a chi difendeva legittimi diritti civili, potrebbe essere forse il punto più significativo (dopo la fine delle discriminazioni) della nuova legge sulle unioni di fatto. Un punto ampiamente sottovalutato: "liberare" i gay dalla sinistra e "liberare" la sinistra dall’obbligatorietà di essere gay. Potremmo valutare le opinioni politiche di una persona a prescindere dalle sue preferenze sessuali e magari essere apertamente “contro” un politico gay senza essere accusati per questo di essere discriminatori o sessisti.

Un successo per tutti.

 

 




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