martedì 22 ottobre 2019 - Stranieriincampania

Unhcr: le richieste all’Europa sull’accoglienza dei minori rifugiati e non accompagnati

Il 14 ottobre l’UNHCR ha pubblicato l’ultima edizione del rapporto “Viaggi Disperati”. Il documento si concentra in particolare sulla gestione dell’immigrazione minorile e sui MSNA (i migranti stranieri arrivati in Europa da minorenni non accompagnati), fornendo nella sua conclusione richieste nette e precise ai paesi europei in merito alle questioni evidenziate.

I numeri dell’immigrazione in Europa e l’accoglienza dei minori

Il report registra – nel periodo gennaio/settembre 2019 – l’arrivo di 80.800 migranti in Europa tramite le tre rotte del Mediterraneo. Una cifra in calo di circa ventimila unità rispetto all’anno precedente. Di questi, circa il 28% è costituito da minori (in aumento rispetto all’anno precedenti): molti di loro hanno viaggiato senza familiari, esponendosi – come denuncia il rapporto – “a molteplici rischi, tra i quali violenza, abusi e sfruttamento”. 

Si calcola inoltre che solo nel 2018 almeno 65 bambini siano morti nel tentativo di raggiungere la Grecia via terra o mare dalla Turchia. Oltre 200 avrebbero perso la vita durante la traversata in mare dal Nordafrica verso le coste italiane. Il rapporto dell’UNHCR cita inoltre un analogo rapporto presentato a marzo 2019 dalla Commissione per le Donne Rifugiate, secondo il quale molti dei ragazzi e delle ragazze salpati dalla Libia sono stati oggetto a violenza o sfruttamento sessuale durante il viaggio verso la Libia e in Libia stessa.

“Questi bambini sono fuggiti da conflitti, hanno perso i propri familiari, mancano da casa da mesi, perfino anni, e alcuni di loro hanno subito abusi orribili durante il viaggio, ma le loro sofferenze non terminano una volta giunti alla frontiera”, ha dichiarato alla presentazione del rapporto Pascale Moreau, Direttrice del Bureau per l’Europa dell’UNHCR. “In tutta Europa, i minori non accompagnati, in particolare, sono accolti di frequente in centri di grandi dimensioni privi della sorveglianza dovuta, carenza che li espone a ulteriori abusi, violenze e stress psichico e al rischio crescente di migrare nuovamente o scomparire”.

Se in Italia, nel periodo di riferimento sono giunti 7.600 migranti tramite le rotte mediterranee, in forte calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (quando i numeri superavano le 21.000 persone), la Grecia rimane invece punto di approdo maggiore in Europa, con numeri aumentati di quasi il 30%: la quota di migranti accolta nel paese (37.300 arrivi ufficiali) è pari alla somma degli arrivi in Spagna, Italia, Malta e Cipro complessivamente. Solo in Grecia, sono giunti via mare 12.900 bambini di questi oltre 2000 provenienti da Afghanistan, Siria e altri paesi caratterizzati da conflitti e violenze. Il report dell’UNHCR evidenzia le precarie condizioni igienico sanitarie dei centri, già enormemente sovraffollati, delle isole dell’Egeo. Nonostante l’annuncio di misure volte ad allentare il sovraffollamento nelle strutture di accoglienza, infatti, la situazione nel paese rimane critica: ancora a fine settembre 2019 la maggior parte dei minori stranieri non accompagnati nel paese si trovava ancora in soluzioni alloggiative inadeguate. 

D’altronde anche nel resto d’Europa, i minori non accompagnati vengono solitamente ospitati in grandi centri di accoglienza inadeguati all’accoglienza di minori. Spesso carenti in monitoraggio e misure di sostegno costruite ad hoc, possono portare a disagi psicologici o, nei casi peggiori, ad abusi. Questo può quindi causare l’abbandono dei centri da parte dei minori che, per proseguire il viaggio altrove, fanno perdere le proprie tracce.

Le richieste dell’UNHCR

Occorre quindi, secondo l’organizzazione internazionale, proseguire lungo l’attuazione delle buone pratiche adottate già in alcuni paesi che prevedono il sostegno personalizzato per i minori non accompagnati e la nomina tempestiva di tutori o assistenti sociali qualificati.

Date le criticità e le condizioni estremamente rischiose a cui sono esposti i minori, inoltre, l’UNHCR si rivolge direttamente agli Stati dell’Unione Europea affinché si adottino una serie di misure in quattro grandi aree.

Protezione dei minori in Europa:

La prima richiesta in quest’ambito è quella di “affrontare immediatamente le condizioni di grave sovraffollamento nei centri di accoglienza nei quali vengono trasferiti i minori”, creando quindi strutture non detentive adeguate alla loro accoglienza e a quella dei nuclei familiari. Si chiede inoltre di nominare e formare tutori e assistenti sociali specializzati nell’assistenza ai MSNA e rimuovere gli ostacoli burocratici e legali all’accesso all’istruzione per i minori. Infine, la facilitazione dei trasferimenti per i ricongiungimenti.

Soccorso in mare, sbarco e detenzione in Libia:

Su questo punto la posizione dell’UNHCR è quella di schierare nuovamente le operazioni navali ufficiali per la ricerca e soccorso in acque internazionali al largo delle coste della Libia (sul modello, quindi, dell’operazione italiana Mare Nostrum, ndr), “con un chiaro impegno affinché le persone tratte in salvo vengano fatte sbarcare in porti sicuri”. L’UNHCR si esprime duramente anche in merito alle restrizioni imposte alle ONG impegnate in operazioni di soccorso: nel report si indica chiaramente di porre fine alla loro criminalizzazione. Infine si chiede di sollecitare la Libia a liberare “in modo ordinato” rifugiati e migranti detenuti arbitrariamente nei campi del paese nordafricano dopo essere stati intercettati nel mediterraneo.

Accesso al territorio e procedure di asilo:

Fine al sistema dei respingimenti ai confini e procedure di asilo accelerate sono i punti fondamentali affrontati in quest’area. È richiesta anche la formazione specifica rivolta al personale di frontiera per individuare tempestivamente le persone bisognose di protezione internazionale. 

Accesso a percorsi sicuri e regolari verso l’Europa:

Su quest’ultimo punto, l’UNHCR chiede di ampliare i programmi di evacuazione per migranti vulnerabili e rifugiati, rimuovendo gli ostacoli al ricongiungimento familiare e introducendo programmi comunitari di sponsorizzazione per l’accesso nella regione.

 

Il rapporto è disponibile in italiano qui.




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