sabato 16 novembre 2013 - angelo umana

Una sconfinata giovinezza di Pupi Avati

Misteri della mente, più intriganti dei misteri dell’aldilà contenuti in Hereafter di Clint Eastwood (pretesti per una storia d’amore).

La mente di Lino, giornalista sportivo dalla battuta pronta e dagli scritti fluenti, gli riserva pian piano vuoti di parole e di memoria, e la fatica di mettere insieme i pensieri. Dalla facilità dello scrivere a una fatica tremenda per comporre una lettera: è la mancanza di collegamenti dell’Alzheimer.

I ritrovi alle feste comandate coi parenti lasciano il posto ai mormorii; alla stima dei colleghi si sostituisce il sospetto e l’allontanamento dal giornale; l’aggressività verso la moglie a causa di ciò che Lino perde, del proprio fallimento, prende il posto di un’unione serena.

Nel film ci sono due grandi temi, la malattia senile (il deteriorarsi) e l’infanzia (isola felice). In questa si rifugia Lino – nei ritrovi parentali guarda caso amava la vicinanza dei bambini - quando non ha più legami logici col mondo e nemmeno con la moglie, che lo vorrebbe assistere come “il bambino che non ha mai avuto”.

La regressione all’infanzia però è pericolosa, è la protezione cercata in un grosso ventre che ci conteneva da bambini e ci rendeva la vita sgombra da pensieri e pericoli, da adulti però quell'età si trasforma in un bosco che ci inghiotte. Inutile andare a cercare ciò che si è perso ma la mente indebolita non lo sa e cerca rifugio nel ventre caldo che non c’è più.

Le scene di Pupi Avati sono ben ordinate, come al solito, ha un modo sistematico di esporle; intense e vere le interpretazioni di Francesca Neri e Fabrizio Bentivoglio.




Lasciare un commento