lunedì 28 marzo 2022 - Yvan Rettore

Una lettera per la pace in ucraina

Alla c.a. del Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin,
Sono un cittadino italiano e quindi di un Paese membro dell’Unione Europea e della NATO.
Tengo innanzitutto a dire che sono del tutto contrario all’intervento armato delle truppe russe in Ucraina attualmente in corso, in quanto ritengo che qualsiasi contenzioso internazionale possa trovare un esito positivo e costruttivo unicamente attraverso il ricorso alla via negoziale.
Il motivo per cui mi permetto di rivolgermi a lei, Signor Presidente, è che intendo comunicarle la mia volontà di dissociarmi completamente dalle ultime dichiarazioni guerrafondaie nei confronti della Russia pronunciate dal governo italiano da una parte e dalla Commissione Europea dall’altra.
Quando parla dell’Italia, il signor Mario Draghi, Presidente del Consiglio in carica, lo fa esclusivamente a suo nome e di poche altre entità politiche che sostengono il suo esecutivo.
Non certo a nome del Popolo italiano.
Stessa cosa dicasi per quanto riguarda la Commissaria Europea, Ursula Von der Leyen, che si è comportata in modo analogo, confondendo a sua volta le posizioni della nomenclatura di Bruxelles con quelle dell’insieme dei popoli che compongono l’Unione Europea.
Vorrei farle presente, Signor Presidente, che le posizioni assunte da entrambi non hanno valenza giuridica.
Per quanto concerne il mio Paese, il governo italiano ha contravvenuto alle normative seguenti:
- Art. 11 della Costituzione che recita quanto segue: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”
- La legge 185 del 1990 che ha introdotto in Italia il divieto di vendere armi di offesa a paesi belligeranti, perché più armi vengono date a chi combatte più danni, più sofferenze e morti ci saranno.
- Il provvedimento adottato dal governo italiano di autorizzare l’esportazione di armi verso l’Ucraina è da ritenersi illegittimo perché la NATO è esclusivamente un’organizzazione militare di difesa dei paesi membri, di cui l’Ucraina non fa parte.
In riferimento alla posizione assunta dall’Unione Europea, vorrei precisare che i sostegni finanziari ad uso militare per le forze armate ucraine non sono previsti da nessun trattato europeo in quanto l’Unione Europea non riveste alcuna forma di organizzazione militare.
Detto questo, appare ovvio che sia il governo italiano che gli organi dirigenti dell’Unione Europea stiano agendo in palese contrasto con le normative in vigore a testimonianza ulteriore che i popoli ivi presenti non soltanto non sono stati consultati in tali scelte ma addirittura sono stati del tutto ignorati.
Se da questa parte, sembra ormai evidente che tali entità non intendano perseguire la Pace, le chiedo con la massima umiltà, Signor Presidente, di mettere immediatamente fine ai combattimenti attualmente in corso e di concentrare ogni sforzo possibile del suo Paese nel ricercare una soluzione pacifica al contenzioso che contrappone la federazione russa all’Ucraina.
Grazie della cortese attenzione e cordiali saluti.
Yvan Rettore



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