mercoledì 29 maggio 2019 - Gerardo Lisco

Una città alla ricerca della propria identità: le elezioni comunali a Potenza

Il risultato delle comunali conferma le previsioni: la coalizione del centrodestra che supera anche se di poco la soglia del 50% e il candidato leghista a sindaco Guarente che va al 44%; al secondo posto Tramutoli, con una coalizione civica che si richiama a “Possibile” di Civati, che supera il 27% dei consensi staccando le due liste di sostegno di 7 punti percentuale; il centro sinistra bocciato, con il PD e Art.1 Mdp ridotti ai minimi termini; il M5S che alle elezioni europee si conferma primo partito con oltre il 25 % di consensi per scendere alle comunali a poco più del 6%.

Dal quadro generale emergono in modo chiaro i seguenti dati: 1) il centrodestra conferma il trend positivo , ha notevoli possibilità di aggiudicarsi il sindaco, seppure al secondo turno; 2) la sinistra non esiste, il 27% dei consensi a Tramutoli è la combinazione di diverse variabili: il successo personale del candidato espressione della borghesia cognitiva potentina, il voto di quegli elettori del M5S che hanno scelto di non votare il proprio candidato e il voto disgiunto che ha penallizzato la lista di centrosinistra - tanto che Andretta, candidata sindaca, ha preso meno voti della coalizione che la sosteneva – e che rappresenta la severa bocciatura politica di Roberto Speranza e dei renziani che ancora controllano ciò che resta del PD. I potentini con il voto, infatti, hanno voluto punire l’accordo tra Speranza e Pittella con cui si dividono ciò che resta del PD dei tempi migliori; il primo accreditandosi come riferimento di Zingaretti , il secondo come la minoranza nazionale che è maggioranza in ambito regionale. Il rilancio della Sinistra e del Centrosinistra passa attraverso l’azzeramento politico dell’intesa del ceto politico zingarettiano – renziano in ambito locale. Zingaretti, volendo, potrebbe partire proprio dalla Basilicata per dare la spinta necessaria al rinnovamento della dirigenza politica del suo partito. Per prima cosa dovrebbe commissariare il PD a tutti i livelli ed allontanare Speranza dalla Basilicata e da Potenza assecondando la volontà degli elettori potentini e lucani.

Il bel successo personale del professore dell’Unibas Valerio Tramutoli è dovuto, senz’altro, alla sua persona ma anche ad una serie di congiunture astrali come il suicidio politico in ambito comunale del M5S, di Art. 1 Mdp e del PD. Può tutto questo essere una nuova partenza per la Sinistra? Il PD e il M5S sono forze politiche in una fase di riorganizzazione e di ridefinizione della propria identità e una piccola città di provincia come Potenza potrebbe diventare un interessante laboratorio politico. E’ sottointeso che molto dipende dalla leadership che Tramutoli saprà esercitare diventando elemento di rottura ma nel contempo anche di coesione funzionale alla nascita di una nuova classe dirigente. Il centrodestra certamente non starà a guardare e non vorrà perdere l’occasione di conquistare il governo del capoluogo, dopo quello della regione. Potenza è una realtà alla ricerca della propria identità. La funzione amministrativa che ha svolto per decenni e attorno alla quale è cresciuta è ridotta ai minimi termini. Crollo demografico , invecchiamento della popolazione, emigrazione dei giovani sono dati che per essere invertiti necessitano di interventi forti.

L’alternativa programmatica tra la proposta di Tramutoli e quella di Guarente si gioca sull’utopia della Città Giardino e il realismo conservatore della Città che potrebbe, attraverso il regionalismo differenziato recuperare in parte o in toto la propria funzione amministrativa. I due candidati sono molto diversi,sono esteticamente alternativi oltre che per le rispettive proposte politiche. Vincerà chi dei due sarà capace di delineare al meglio l’identità della Città che vorrà costruire.




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