lunedì 16 dicembre 2013 - angelo umana

Una canzone per marion

 

 

Attenzione: si preparino fazzoletti anticommozione e ci si disponga di buon grado a sopportare tutti i clichés inglesi di un’epopea familiare dove il burbero benefico, e sempre fondamentalmente tenero, Arthur-Terence Stamp, prende recalcitrante nel coro del paese il posto della moglie, Marion-Vanessa Redgrave, che muore.

Alla fine il vecchio Stamp canterà nel concorso dei cori e farà guadagnare al suo un insperato 3° posto. A ciò ha contribuito l’inesauribile volontà dell’istruttrice del coro di anziani – Elizabeth-Gemma Aterton - che, sempre sorridente e dotata di risposte pronte e tranquillizzanti, capace perfino di dare un’impronta rock all'anziano gruppo, andrà a confidare proprio al burbero Stamp le sue pene d’amore di giovane ragazza.
 
C’è spazio naturalmente anche per sanare, con il concerto finale, le incomprensioni tra padre e figlio, James-Christopher Ecclestone, il quale come molti figli non si è mai sentito abbastanza valorizzato dal padre, eternamente scettico e insoddisfatto, forse più con sé stesso che con gli altri.
 
Nonostante le ovvietà descritte, che rimandano fortemente ad un altro film analogo, con l’apoteosi finale di un’esibizione a cui assistono familiari, il più corposo Billy Elliott, è un film ben accetto e pure divertente, non foss’altro che per gli ottimi due mostri sacri che lo interpretano e per la pregevolissima fattura del film stesso.

Buone inquadrature fisse, che dispongono alla pace che si conviene agli anziani protagonisti. In un film attorno a un coro non mancano poi canzoni gradevolissime, “If you happen to see the most beautiful girl …” ed una di Céline Dion che dice “Siamo canzoni incompiute in attesa, quadri dipinti a metà”.




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