mercoledì 8 aprile 2020 - Giuseppe Aragno

Un virus proletario

Vincenzo Boccia non se n’è accorto. Ieri, uccisa dal Coronavirus, se n’è andata una bambina di dodici anni. L’avesse saputo, probabilmente avrebbe fatto spallucce: cosa volete che valga la vita di una bambina di fronte alla scienza del profitto?


Presidente della onorata società che risponde al nome di Confindustria, Boccia non si sente affatto responsabile del disastro che ha provocato pretendendo che tutto funzionasse come se l’epidemia fosse solo un brutto sogno. Per non smentire se stesso, in questi giorni è anzi tornato alla carica: bisogna riaprire le fabbriche. I morti aumenteranno? Se abbassiamo la guardia, sarà un’ecatombe, come ci dicono gli scienziati? Per Boccia il problema non c’è.

Nella sua scala di valori, mercato e profitto hanno la precedenza su tutto, anche sulla vita umana. Se i lavoratori riprenderanno a contagiarsi e a morire come mosche, se torneremo a numeri lombardi, pazienza. Ciò che conta davvero è che gli imprenditori non perdano milioni di euro e fette di mercato.
Bisogna riconoscerlo: il virus finora la sua parte l’ha fatta e non ci ha solo uccisi. Con scrupolo insospettato, ci ha mostrato addirittura una via: se non vi prenderete cura di voi e del pianeta, ci ha detto, non ci sarà scampo, farete la fine dei dinosauri. Ha parlato pure a Boccia che però non gli dà retta .
Come lo scienziato tomista negava la verità evidente dell’anatomista, perché – diceva – Aristotele non l’ha prevista, così l’invasato sacerdote del neoliberismo va diritto per la sua strada. La sua legge, la sua fede, la sua morale sono quelle del mercato e il suo dio è il profitto.
Purtroppo l’intelligenza di un virus è limitata. Se gli potessimo insegnare a scegliere gli obiettivi, faremmo un grande passo avanti e forse ci tireremmo fuori da questa tragedia. Poiché però non si può e Boccia continua a far guerra alla povera gente, bisogna avere fede nella natura e sperare che nasca infine un virus proletario, amico della povera gente e killer preparato e selettivo.
Quando accadrà, non produrremo vaccini. Faremo ponti d’oro a quel figlio di pipistrello che, cacciando i mercanti dal tempio, mirerà nel verso giusto e accoglieremo il crollo del mercato come il regalo celeste di un dio giusto e vendicatore.




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