martedì 14 agosto 2012 - angelo umana

Un sistema scolastico da riformare

Come a 3 anni un bambino “deve” decidere se usufruire dell’insegnamento della religione cattolica (solo quella) alla scuola materna, così a 13-14 anni deve scegliere quale sarà il suo percorso nella scuola superiore.

In terza media venne fornito perfino un colloquio a nostro figlio da un’insegnante che nominalmente ha “competenze nell’orientamento”, e si suppone che perciò venga pure pagata: era un’insegnante che non aveva mai visto lo studente, in 20 scarsi minuti di colloquio pretendeva di identificarlo, capire a che studi era portato. Ma il servizio fornito consistette appena nell’indicare i nomi delle scuole e quali autobus prendere, seguì semplicemente un interesse che il ragazzo esprimeva, da ragazzo-quasi-bambino e pertanto solo limitato a quel momento, volubile e volatile.

Allora è facile individuare uno dei tanti problemi – trai più importanti – che ha la scuola italiana, troppo insegnante-centrica magari, non sono bastati ministri di destra o di sinistra per risolverlo o almeno considerarlo, siano essi chiamati Berlinguer, Moratti o Gelmini, tutti fallimentari in questo senso: non fare in modo cioè che la scelta di scuola superiore venga fatta a 15-16 anni, quando i ragazzi manifestano una tendenza culturale più marcata, praticamente far fare due anni di scuola superiore basilari per qualsiasi studio successivo.

Una scuola che prepari bene e che soprattutto sappia riconoscere personalmente i suoi ragazzi – ma per questo mancano psicologi e gli insegnanti spesso si limitano a portare avanti il loro programma – le loro tendenze e i loro interessi, sarebbe la base per un Paese economicamente florido, dove tutti svolgano il più possibile un’attività consona all’orientamento personale. Dipende anche dal nostro sistema scolastico che il Paese sia economicamente (e socialmente) in rovina. Per un'altra cosa fondamentale la nostra scuola e i nostri insegnanti sono insufficienti (tanti di questi adatti alla professione, tanti invece mestieranti che "tirano" lo stipendio a fine mese come atto più importante della loro professione). Ciò che manca è contenuto nella frase del film Detachment: "Non basta avere qualcuno che ti insegni, ci vuole qualcuno che ti aiuti", e a ciò l'impreparazione è massima.




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