Un romanzo che esce a giorni. Leggetelo. Vi farete un regalo bellissimo!
Dall’andirivieni tra fatti personali ed eventi storici, narrati con una scrittura nitida e colorata, nasce un romanzo che è un inno alla vita e alla storia, che della vita è parte essenziale perché, scrive l’autore, «chi non ha storia può essere ingannato e dominato molto più facilmente di chi conserva e difende la memoria di ciò che è stato».
Come si capisce sin dall’inizio, Aragno intende raccontare un tempo della nostra storia e la società che l’ha vissuto. E’ forse per questo che dagli accenni a fatti personali nascono felici invenzioni, Originale e graffiante per esempio è un dialogo con Dio: «Il sabato, sera, senza un serio controllo, hai deciso che tutto andava bene e hai smesso di lavorare. Quando ti sei fermato, noi, uomini e donne, eravamo immortali, liberi e felici, Abbiamo scoperto dopo che l’ingegno fi un angelo ribelle ci aveva teso una trappola mortale».
E’ dal bisogno di dare spazio alla fantasia che nasce l’affascinante presenza di tre divinità, Lete, Mnemosine e Atropo, l’oblio, la memoria e la morte, con la quale il dialogo è duro: «non puoi tagliare il filo della mia vita: ho una storia da scrivere e non puoi ancora fare il tuo lavoro. Uccideresti con me qualcuno che è morto e sta per resuscitare».
In realtà, il romanzo si colloca in un contesto storico e sociale ben definito. Giovanni, il nonno antifascista di Giuseppe e la sua fuga in America, il dolore della moglie Elvira per il marito morto per mano squadrista, i fascisti liberi dopo la guerra, sono solo alcuni dei momenti di storia presenti nel racconto, momenti che coprono buon parte del ‘900. Pagina dopo pagina, mentre i personaggi, scolpiti a tutto tondo, si definiscono – Nina è forse il più riuscito, ma di forte rilievo sono anche la pittrice Armanda Windstrong e la figlia Anna Maria, figura minore, disegnata con tratti sicuri che rimangono nella memoria – il racconto “prende” e coinvolge il lettore.
Aragno si occupa di storia, ma negli ultimi anni più che fatti ha narrato vite. Il Romanzo della Resurrezione, pubblicato da La valle del tempo, è perciò un’«opera prima» ma anche il punto di arrivo di un lungo percorso; forse per questo è originale, avvincente, per molti versi sorprendente e – ciò che più conta – capace di far pensare.