venerdì 31 maggio 2019 - Giovanni Greto

Un recital di musiche dal Rinascimento ai giorni nostri per chitarra e voce da parte di un affiatato duo di musicisti giapponesi.

Tokyo. Non c’era il tutto esaurito in una mite domenica di maggio nella ‘Wien Hall’ del centro culturale “Fuchu no Mori” per il concerto, iniziato puntualmente alle 14, di un duo composto dal chitarrista e compositore Fukuda Shin-ichi (Osaka, 25 dicembre 1955) e dal più giovane, di cui però non è stata indicata la data di nascita nel depliant distribuito all’ingresso, Fujiki Daichi, controtenore nato a Miyazaki, nell’isola di Kyushu.

Nella prima parte, più breve, Fukuda ha suonato un esemplare di chitarra barocca, di dimensioni inferiori rispetto a quelle dello strumento classico, costruito in Francia nel 1840.

Il primo brano, per chitarra sola, è il “Preludio della Suite n°1 in Sol maggiore, BWV 1007"per violoncello solo (1720) di J.S.Bach (1685-1750), nel quale le armonie cangianti sono espresse in forma di arpeggi. Fukuda invita ad entrare il controtenore Fujiki e i due eseguono “Amarilli mia bella", un’aria tratta dalla raccolta di madrigali e arie “Le nuove musiche”, pubblicata nel 1601, di Giulio Caccini, detto ‘Romano’ (Tivoli, 1550 circa - Firenze, 10 dicembre 1618). È forse la sua aria più conosciuta, un successo in tutta Europa. La raccolta segna il passaggio dal madrigale polifonico cinquecentesco a quello monodico, che all’epoca ebbe un’enorme diffusione.

A seguire, “Intorno all’idol mio”. Una breve canzone tratta dall’opera “Orontea”, andata in scena per la prima volta ad Innsbruck nel 1565, di Pietro Antonio Cesti ( Arezzo, 5 agosto 1623 - Firenze, 14 ottobre 1669), la cui fama era legata ad una feconda produzione di canzoni da camera, ad una o due voci, in cui domina il principio della varietà, inteso sia come libertà nella successione, nella lunghezza e nel numero di arie e recitativi, sia come impiego di forme e metro diversi.

Dopo una canzone di Mozart, “Viola”, Fukuda, nuovamente da solo, esegue le “Variazioni da un tema di Mozart, op.9”(1821), di Fernando Sor (Barcellona, 13 febbraio 1776 - Parigi, 10 luglio 1839), uno dei grandi concertisti preromantici, assai importante nello sviluppo della tecnica chitarristica del XIX° secolo.

Di “Vincenzo Bellini (Catania, 3 novembre 1801 - Puteaux, Parigi, 23 settembre 1835), il duo ha eseguito “Dolente immagine di Fille mia”, l’aria funebre da camera, il cui testo sembra attribuibile a Maddalena Fumaroli, amata dal compositore durante gli anni di studio a Napoli.

La prima parte si conclude con “Plaisir d’amour”(1785), la delicata romanza e la sua composizione più famosa, di Jean-Paul Egide Martini (o Martini tedesco), nome con cui è conosciuto Johann Paul Aegidius Schwarzendorf (Freystadt, Alto Palatinato, 31 agosto 1741 - Parigi, 10 febbraio 1816).

La seconda parte si apre con “Recuerdos de la Alhambra”, il famosissimo pezzo per chitarra sola di Francisco de Asis Tàrrega y Eixea (Vila Real, 21 novembre 1852 - Barcellona, 15 dicembre 1909). Una composizione studiata da generazioni di chitarristi, caratterizzata dall’uso del tremolo.

Ancora un pezzo da solo per Fukuda, il quale interpreta, secondo l’arrangiamento di Takemitsu Toru, “Over the Rainbow”, una canzone che si ascolta nel film “Il mago di Oz”(1939), dalla voce di Judy Garland. Il duo si ricompatta con tre composizioni di Takemitsu (Tokyo, 8 ottobre 1930 - 20 febbraio 1996) : “Tsubasa”(Ali), “MI-YO-TA”, “Potsunen” (il solitario). Brani molto elegiaci, in cui la voce di Fujiki suona dolce e malinconica. Dopo una parentesi americana con “Simple Song”, dalla “Mass”(1971) di Leonard Bernstein (Lawrence, Massachusets, 25 agosto 1918 - New York, 14 ottobre 1990) si ritorna in Giappone con due pezzi del compositore e pianista Katou Masanori : “Tabino Kokoro”(lo spirito del viaggio) e “Mokube”(cavallo di legno). La conclusione spetta alla famosa “Ave Maria” di Charles Gounod (Parigi, 17 giugno 1818 - Saint Cloud, 18 ottobre 1893). Sul testo in latino, l’autore sovrappose il “Preludio n°1 in Do maggiore” dal primo libro del “Clavicembalo ben temperato” di J.S.Bach.

Applausi corretti, non debordanti, inducono i musicisti a rientrare per concedere tre bis. Il solo Fukuda propone, in versione chitarristica, l’Aria dalle “Variazioni Goldberg”(BWV 988), composte da Bach nel 1741. Insieme, i musicisti eseguono dapprima “Ombra mai fu”, l’aria iniziale di “Serse” (1738), una delle ultime opere scritte da Georg Friedrich Haendel (Halle, 23 febbraio 1685 - Londra, 14 agosto 1759). È uno dei pezzi più noti del compositore, grazie alla riscoperta avvenuta nel XIX° secolo.

La conclusione è affidata ancora una volta ad una canzone del 1965 di Takemitsu, “Shinda Otokono Nokoshita Monowa”(all that the man left behind when he died; tutto quello che l’uomo lascia dietro di sé quando muore). Le liriche, scritte dal celebre poeta giapponese Tanikawa Shuntaro (15 dicembre 1931) sono un grido di denuncia contro la guerra nel Vietnam.

È stato un piacevole pomeriggio, che ancora una volta ha messo in luce l’amore per la musica classica di tante generazioni di artisti giapponesi. Per la cronaca, nel foyer della sala, un ordinato banchetto aveva messo in vendita parecchi CD del duo e dei singoli. Così, a concerto ultimato, si è formata una incredibile coda che iniziava quasi dalla porta d’ingresso al centro culturale, poiché tutti gli acquirenti aspettavano, occupando pazienti il proprio posto nella fila, il loro turno per farsi autografare il CD appena comprato.

 




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