martedì 2 luglio 2019 - Doriana Goracci

Un bambino in una villetta in Costa Smeralda...

Il bambino ha tenuto nascosto un diario che ha mostrato ai Carabinieri, da lui chiamati col 112: "Vi ho chiamato perché volevo parlare con mia zia. I miei sono andati a una festa e mi hanno chiuso nella mia cameretta, come fanno di solito", altro che Anna Frank...Si, accade in Italia, in una villetta non lontano da Arzachena, in Costa Smeralda.

Il bambino ha 11 anni, di incubi, eppure è lucido e chiede solo di essere liberato.

Ecco la cronaca letta sull'Ansa: " la coppia gli aveva lasciato il cellulare togliendo però la carta sim, ma le chiamate di emergenze partono comunque. L'operatore del 112 ha capito che non si trattava di uno scherzo, e ha inviato sul posto una pattuglia. I militari hanno prima liberato il bambino e poi contattato i genitori, che sono stati arrestati con l'accusa di maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona. Era una casa degli orrori la villetta in Costa Smeralda dove il bambino di 11 anni veniva tenuto segregato dai genitori. Quando i carabinieri del Reparto territoriale di Olbia, guidati dal colonnello Alberto Cicognani, sono arrivati nella casa vicino ad Arzachena, hanno trovato il piccolo chiuso a chiave nella sua stanza, con la maniglia smontata in modo che non potesse nemmeno tentare di liberarsi. Era segregato al buio, con la finestra chiusa e anche qui la maniglia smontata. Nella sua cameretta non c'era nemmeno il letto: sotto la tipica struttura a ponte, c'era solo un buco senza rete e senza materasso. In un angolo della stanza c'era un grande secchio blu, dove il bambino poteva fare i bisogni.Botte, soprusi e minacce, umiliazioni. Tutte le violenze subite dal bambino segregato in casa dai genitori sono racchiuse in un diario che il piccolo ha consegnato ieri ai carabinieri, quando lo hanno liberato. Nelle sue memorie personali ha annotato ogni episodio con una lucidità sorprendente, sottolineano gli investigatori dell'Arma. In quelle pagine, ora in mano agli inquirenti, sono scritte le accuse, ovviamente da verificare, nei confronti dei genitori. Il bambino ha anche mostrato ai carabinieri un tubo di gomma, lungo circa 1,5 metri, che il padre, 47 anni, e la mamma, di 43, tenevano nascosto sotto i cuscini del divano per poi usarlo per picchiare il loro figlio."

Perché ne scrivo? Elie Wiesel scrisse: "Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci.La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima.Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato."

Mi piacerebbe poter dire al bambino come quel vecchio in quella canzone di Guccini: "Immagina questo coperto di grano, immagina i frutti e immagina i fiori e pensa alle voci e pensa ai colori e in questa pianura, fin dove si perde, crescevano gli alberi e tutto era verde, cadeva la pioggia, segnavano i soli il ritmo dell' uomo e delle stagioni..." Il bimbo ristette, lo sguardo era triste,e gli occhi guardavano cose mai viste e poi disse al vecchio con voce sognante: "Mi piaccion le fiabe, raccontane altre!"

Doriana Goracci

 

 




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