martedì 13 novembre 2012 - UAAR - A ragion veduta

Un anno con Monti. Ma il regalo lo fa lui alla Chiesa: Imu più leggera

 

Il tec­ni­co Mario Monti ce­le­bra un anno da pre­mier. Un anno ca­rat­te­riz­za­to da af­fet­tuo­sa vi­ci­nan­za alle sen­si­bi­lità cat­to­li­che. E che viene fe­steg­gia­to con l’en­ne­si­mo regalo: di in­ter­ve­ni­re se­ria­men­te sull’Imu non se ne parla. È noto che il go­ver­no Monti — che ab­bia­mo de­fi­ni­to ‘go­ver­no Ba­gna­sco’ e ‘cle­ri­cal-tec­ni­co’ — sia for­te­men­te ca­rat­te­riz­za­to dalla pre­sen­za di cat­to­li­ci e che sia frutto anche dell’in­te­res­sa­men­to della Chiesa cat­to­li­ca.

 

Tra un in­con­tro con il papa e spot a favore delle scuole cat­to­li­che, Monti ha sempre as­si­cu­ra­to che tra Chiesa e Stato c’è “re­ci­pro­ca col­la­bo­ra­zio­ne“. Anche sul fronte mi­ni­ste­ria­le i segni si sono visti. Em­ble­ma­ti­ca la ge­stio­ne del mi­ni­ste­ro dei Beni cul­tu­ra­li da parte di Lo­ren­zo Or­na­ghi, ciel­li­no ret­to­re dell’uni­ver­sità Cat­to­li­ca di Milano. Segno di come la bi­lan­cia della spar­ti­zio­ne del potere, dei posti e delle re­la­ti­ve pre­ben­de, si sia solo spo­sta­ta verso lidi più pii.

I tentennamenti dell’esecutivo

Vige tut­to­ra una ‘ec­ce­zio­ne re­li­gio­sa’ a pre­scin­de­re dal colore dei go­ver­ni. In par­ti­co­la­re la que­stio­ne dell’Imu è la car­ti­na di tor­na­so­le dell’azione di un ese­cu­ti­vo so­ler­te nell’im­por­re tagli e rigore ai cit­ta­di­ni, ma poco pro­pen­so a ri­met­te­re in di­scus­sio­ne i pri­vi­le­gi anche fi­sca­li di cui gode la Chiesa in Italia. Dove vige tut­to­ra una ‘ec­ce­zio­ne re­li­gio­sa’ a pre­scin­de­re dal colore dei go­ver­ni. E dove questa po­li­ti­ca del lais­sez-fai­re cle­ri­ca­le costa alle casse pub­bli­che almeno 6 mi­liar­di di euro l’anno, come messo nero su bianco dall’in­chie­sta Uaar sui costi della Chiesa.

Lo scorso feb­bra­io pro­prio Monti an­nun­ciò il ri­pri­sti­no dell’ex Ici sugli im­mo­bi­li degli enti ec­cle­sia­sti­ci che svol­go­no at­ti­vità com­mer­cia­li. Ma con il pas­sa­re dei mesi la pro­mes­sa non è stata man­te­nu­ta. Anche per le pro­te­ste delle scuole pri­va­te re­li­gio­se, che la­men­ta­va­no la tas­sa­zio­ne no­no­stan­te per­ce­pi­sca­no laute rette, nonché fi­nan­zia­men­ti pub­bli­ci e di enti locali.

Oggi si scopre, come ri­por­ta Re­pub­bli­ca, che il go­ver­no ha tro­va­to un altro esca­mo­ta­ge per fa­vo­ri­re gli enti re­li­gio­si che svol­go­no at­ti­vità lu­cra­ti­ve. Ag­gi­ran­do le obie­zio­ni poste dal Con­si­glio di Stato, che aveva boc­cia­to una bozza del de­cre­to, punta a mo­di­fi­ca­re la de­fi­ni­zio­ne di ‘at­ti­vità non com­mer­cia­le’ nel Codice Civile. In modo da esen­ta­re dal pa­ga­men­to dell’im­po­sta gli edi­fi­ci con at­ti­vità ‘miste’, previa op­por­tu­na mo­di­fi­ca del loro sta­tu­to. Va­len­ti­na Conte sul quo­ti­dia­no parla espli­ci­ta­men­te di “colpo di mano” e “norma ’se­gre­ta’”, in­di­ca­ti­vo della pub­bli­cità che gli autori del “blitz” cle­ri­ca­le vo­glio­no dare alla mo­di­fi­ca. Ma il ri­schio che l’Italia venga mul­ta­ta dalla Com­mis­sio­ne eu­ro­pea per di­stor­sio­ne della con­cor­ren­za — e che debba re­cu­pe­ra­re gli ar­re­tra­ti dal 2006 — non è del tutto scon­giu­ra­to.

Di­stin­guo che di fatto esen­ta­no so­prat­tut­to la Chiesa dal pagare l’im­po­sta per at­ti­vità fonte di in­gen­ti red­di­ti

Non si pagherà l’Imu se nello sta­tu­to dell’ente no profit è pre­vi­sto il di­vie­to di di­stri­bui­re gli utili, l’ob­bli­go di rein­ve­stir­li esclu­si­va­men­te a fini di so­li­da­rietà so­cia­le o l’ob­bli­go di de­vol­ve­re il pa­tri­mo­nio ad un ente con fi­na­lità ana­lo­ghe, in caso di scio­gli­men­to. Ospe­da­li e cli­ni­che non do­vran­no ver­sar­lo se ac­cre­di­ta­te o con­ven­zio­na­te con lo Stato: quindi si ca­pi­sce come l’in­trec­cio di in­te­res­si nel nome della sus­si­dia­rietà venga anch’esso tu­te­la­to. Ana­lo­ga­men­te, le scuole pri­va­te sa­ran­no esen­ta­te se la retta è “sim­bo­li­ca”, se svol­go­no at­ti­vità “pa­ri­ta­ria” e non di­scri­mi­na­no gli alunni. Una serie di di­stin­guo che di fatto esen­ta­no so­prat­tut­to la Chiesa dal pagare l’im­po­sta per at­ti­vità fonte di in­gen­ti red­di­ti. E che sem­bra­no fatti su misura per il Va­ti­ca­no, nonché per sva­ria­te as­so­cia­zio­ni.

Il go­ver­no cle­ri­cal-tec­ni­co è tanto so­ler­te nell’ab­buo­na­re l’Imu alla Chiesa e non al­tret­tan­to alle fa­mi­glie che pos­sie­do­no un im­mo­bi­le, quando la Chiesa è il primo im­mo­bi­lia­ri­sta del mer­ca­to. Senza di­men­ti­ca­re lo scan­da­lo delle abi­ta­zio­ni epi­sco­pa­li e di tutti i re­li­gio­si, non sot­to­po­ste all’Imu con il trucco di con­si­de­rar­le per­ti­nen­ze di luoghi di culto, mentre i nor­ma­li cit­ta­di­ni pagano per la loro abi­ta­zio­ne. Quasi sempre più mo­de­sta.

Intevenire sull’Unione Europea

L’Uaar, come ha già fatto tutti questi mesi se­guen­do le in­fi­ni­te vi­cis­si­tu­di­ni dell’Imu alla Chiesa, con­ti­nuerà a sen­si­bi­liz­za­re l’opi­nio­ne pub­bli­ca sul trat­ta­men­to di favore ri­ser­va­to alla Chiesa tale da creare una di­stor­sio­ne nella con­cor­ren­za. L’as­so­cia­zio­ne ha di nuovo chie­sto all’Europa di in­ter­ve­ni­re, visto che la que­stio­ne dei pri­vi­le­gi fi­sca­li della Chiesa è stata sol­le­ci­ta­ta in sede co­mu­ni­ta­ria da un espo­sto dei ra­di­ca­li. L’as­so­cia­zio­ne ha se­gna­la­to l’in­so­ste­ni­bi­lità di tale si­tua­zio­nealla Com­mis­sio­ne Eu­ro­pea e al com­mis­sa­rio eu­ro­peo per la con­cor­ren­za Joa­quin Al­mu­nia.

E invita i cit­ta­di­ni a fare al­tret­tan­to. Il ri­schio è in­fat­ti che strane ma­no­vre e giochi in sede di com­mis­sio­ne e a colpi di emen­da­men­ti im­pe­di­sca­no una ri­for­ma laica, volta ad eli­mi­na­re uno dei pri­vi­le­gi di cui gode la Chiesa. Con il ri­sul­ta­to che, dopo più di un anno di cor­ti­na fu­mo­ge­na, tutto cambi in ap­pa­ren­za per non cam­bia­re. Ov­via­men­te, sulle spalle dei con­tri­buen­ti che quella tassa devono pa­gar­la.




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